punti di vista
La transumanza politica, tecnica utile per governare
Ma nulla ha a che fare con la vita pastorale
Incontrare una vacca podolica nelle campagne limitrofe della città è sempre meglio che incontrare un cinghiale. Così, alla vista del bovino al pascolo, già immortalato nello stemma comunale, viene in mente l’antica tradizione della transumanza, rito culturale e patrimonio immateriale dell’umanità di grande valore. Mentre nelle metropoli del mondo va in scena Cow Parade, il più grande spettacolo di arte pubblica visto di persona a Toronto qualche anno fa, che ha prodotto 5000 meravigliose mucche disegnate da artisti e creativi installate lungo i boulevard delle grandi capitali, noi, bucolici e rurali, conserviamo ancora l’antichissimo rito che consente di incontrare vere vacche podoliche al pascolo a beneficio della tutela dell’ambiente, della conservazione della biodiversità e della rusticità della razza. Tratturi e tratturelli, fontane, taverne e bivacchi, siamo cresciuti tra i simboli e i segni dei percorsi della transumanza.
Da ricchissimo rito culturale paesaggistico, in questi ultimi mesi di pre-elezioni, alla vista della vacca podolica, viene forte in mente la fenomenologia della transumanza politica, un nomadismo trasformista che un po’ ci fa rimpiangere la purezza della vita pastorale. Tra gli esclusi che a buon diritto rivendicano spazi dialettici di costruzione, i camaleonti, gli opportunisti sempreverdi sulla scena, il paesaggio è popolato da mandrie in ricollocamento che mostrano tutta la liquidità del nostro tempo. Cercando i suoi significati nella storia passata, il cambio di casacca, la transumanza da un partito all’altro, meglio conosciuto come trasformismo, fu anticipato dal «connubio» tra Cavour e Rattazzi, e venne definito da Agostino Depretis come una tecnica utile per governare: “Se qualcuno vuole entrare nelle nostre file, se vuole trasformarsi, come posso io respingerlo?” Suscitando l’ira di Giosuè Carducci: “Trasformismo: brutta parola, e cosa ancora più brutta, trasformarsi da sinistri a destri senza però diventare destri e non però rimanendo sinistri”.
Transumanze da una fazione all’altra ci ricordano la morte delle ideologie e dei partiti politici, in special modo quelli tradizionali, liberale, socialista, comunista, cristiano-sociale, un tempo forti e coinvolgenti sia a livello intellettuale sia emotivo per gli adepti, in cui l’abbandono era vissuto come un tradimento.In queste ultime settimane di pre-passione pasquale, abbiamo capito dopo memorabili sketch più da circo che da teatro, chi è nell’agone locale e appreso che la vera protagonista sembra proprio essere la transumanza civica, senza capire ancora quali siano le proposte per il futuro. Ci attendiamo una Pasqua di rivelazione, nell’incerta convinzione che, per evitare queste riflessioni spontanee, sarebbe stato meglio avvistare un cinghiale.