Punti di vista
Quei cattivi ragazzi, frutto di famiglie perdute
Far marcire una pianta, una giovanissima vita, a volte è questione di un attimo
I palpiti della gioventù, gli entusiasmi di qualche gioco che si spinge un po’ più in là – fino al confine lecito di qualche marachella che deborda nella bravata su cui è ancora possibile chiudere un occhio – li vorremmo ancora legati all’ingenuità e al candore. Dopotutto dagli 8 ai 13 anni si è bambini. E invece no; scopriamo che hanno quest’età che profumerebbe ancora di nascondino e moscacieca, i responsabili dei lanci di sassi agli autobus. Tragedie di poco sfiorate, oltre al disagio di dover deviare queste tratte i cui numeri, al massimo, dovrebbero evocare, per i bambini in questione, quelli del gioco dell’oca o della tombola. 2, 7,14. Le linee che toccano Rione Biccari e via La Torre sono diventate strade del panico, per un soffio non vie della morte.
La Polizia, grazie all’attività investigativa e al supporto dell’app you pol che consente ai cittadini di interagire direttamente con loro, è riuscita a individuare in brevissimo tempo i responsabili, e ciò ci rassicura sempre sul tempismo della risposta. Spingiamo oltre la riflessione che la Questura ha già sollecitato richiamando i genitori a un controllo vigile sulle condotte dei figli, segno che la repressione di un illecito non è mai disgiunta dal contraltare di una correzione possibile.
Ci chiediamo: fino a che punto le azioni dei giovani, dei bambini in questo caso, sono giustificate? E come si può invocare per queste anime irrequiete il principio del non sapere cosa stanno facendo? Quando giocano tra di loro si prendono forse a sassate? Nella crudezza di queste domande viene in mente l’accattivante, lucido e allo stesso tempo lirico romanzo di Massimo Cacciapuoti, La notte dei ragazzi cattivi.
In questo titolo che già condensa un mondo di perdizione, evocando allo stesso tempo un paradiso perduto ma non impossibile da recuperare, il giovanissimo protagonista “aveva imparato che i grandi sono fatti così. Pur di vincere le loro battaglie personali se ne fregano di passare sul cuore dei bambini”. Crediamo ancora – a proposito di cuore – che se palpito deve essere, non va incanalato nell’adrenalina di vedere che traiettoria percorre un sasso per colpire un malcapitato che ha la sola (s)ventura di essere su un autobus. E pertanto, ci invita ancora Cacciapuoti, che sia la famiglia, radice primaria, a dare i giusti nutrimenti per fiorire. Far marcire una pianta, una giovanissima vita, a volte è questione di un attimo. Il peso dell’essere genitore si misura (anche) così.