Punti di vista
Quell’equidistanza tra nostalgia e fretta
Oggi è il giorno che sta nel mezzo dell'anno, tra ciò che è accaduto e ciò che accadrà
Oggi è il centro dell’anno. Centoottantadue giorni alle spalle dall’ultimo capodanno, centoottandue giorni ancora da vivere prima del prossimo conto alla rovescia e di nuovi propositi da scrivere. Oggi è il giorno che sta nel mezzo tra ciò che è accaduto e ciò che accadrà, in questo 2023. La prima parte ci sembrerà, come sempre, scivolata troppo in fretta. Era solo ieri che il camino era acceso, solo ieri che le vacanze di Pasqua, solo ieri che leggevamo di quella notizia e di quell’altra. Stare al centro dona un punto di vista privilegiato, una cattedrale che segna il cuore della città, un luogo dal quale poter osservare meglio e guardare la traiettoria che ci era sfuggita, riposarsi, prendere fiato prima di ricominciare.
La pagina alla quale quasi sempre si apre un libro quando cade per terra, il cuore fondente di un dolce, il bambino che sta nel cerchio cercando di afferrare il pallone, il punto più misterioso della Terra, la linea disegnata sulla strada che separa che viene da chi se ne va. Stare perfettamente al centro è un’occasione, un cartello in mezzo a un sentiero. L’equidistanza dove si annullano nostalgia e fretta. Che cosa vogliamo fare da adesso? C’è tutto il tempo di proseguire e tutto il tempo di cambiare rotta.
Non ci avevo mai pensato al due luglio, sono trentatré anni che passo da questo giro di boa senza alzare la testa dall’acqua per notarlo e ho pensato che condividerlo su questa pagina potesse essere un modo di evidenziarlo anche a voi. Così, senza nessuno scopo, solo per godere di quel punto in cui il vento e pioggia nel ciclone non arrivano, non c’è tempesta e il tempo sembra per un po’ tutto quiete, sembra per un po’ tutto adesso. Il centro di un arco di tempo è un appuntamento in cui scegliere se lasciar scivolare o avere coraggio, il mezzo del cammin che ci può far sentire smarriti ma dal quale può iniziare un viaggio nuovo.