politica
Puglia, pasticcio in Regione per il taglio di 10 consiglieri: prima del voto bisogna cambiare leggi e Statuto
Il passaggio da 50 a 40 impone di modificare le norme elettorali: altrimenti si applicherà il «Tatarellum» che spazzerà via i partiti più piccoli
BARI - Il taglio di dieci consiglieri, come conseguenza del decremento del numero dei residenti della Puglia, porrà un problema enorme alla Regione. Perché non si tratta solo di scendere da 50 a 40 consiglieri restringendo il numero di poltrone disponibili. Per ottemperare al dettato della legge nazionale voluta ai tempi di Monti, legge che il governo di centrodestra non è finora riuscito a modificare, la Puglia dovrà cambiare la sua legge elettorale oltre che lo Statuto e il regolamento del Consiglio. E dovrà farlo entro il 20 settembre, data finale della legislatura in corso.
È semplicemente impossibile. E non solo perché la modifica dello Statuto (che è la Costituzione della Regione) deve essere fatta a maggioranza assoluta e in doppia lettura con intervallo di almeno due mesi. Ma è soprattutto perché la giunta Emiliano è ormai un governo di minoranza come quello francese, e non ha i numeri per sostenere qualunque tipo di riforma. Con conseguenze non prevedibili su quello che potrà accadere.
La legge elettorale pugliese è infatti «rigida», nel senso che prevede i 50 seggi e regola i premi di maggioranza in cifra fissa e non in percentuale sul totale.
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