Sabato 06 Settembre 2025 | 15:16

Truffe agli anziani, il racconto di una 93enne salentina: «Stavo consegnando tutto quello che avevo

 
fabiana pacella

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fabiana pacella

Truffe agli anziani, il racconto di una 93enne salentina: «Stavo consegnando tutto quello che avevo

«Per fortuna è entrata in casa mia figlia». Le storie fotocopia: pure il numero fisso bloccato

Sabato 29 Marzo 2025, 11:10

«Se mia figlia non fosse arrivata per tempo avrei visto sparire i miei risparmi. Io ti racconto cosa è successo, ma non fare il nome mio che mi vergogno, sai?».

A parlare è una nonnina di 93 anni, salentina, le cui fortune sono state salvate in extremis, quando una coppia di truffatori si apprestava a fuggire col bottino.

«Ma è entrata in casa mia figlia, si è messa a gridare, quelli se ne sono scappati e poi due giovani che stavano per strada li hanno bloccati finché non sono arrivati i carabinieri, quelli veri».

Due truffatori campani in manette, una disavventura da dimenticare, e una storia ahinoi fotocopia di tante altre analoghe, dal finale spesso meno felice. Non c’è spargimento di sangue ma si alza l’asticella dell’allarme sociale, elevatissimo, coperto talvolta solo dalla vergogna e dall’umiliazione delle vittime stesse.

Che sono vittime tre volte. Del reato, del vulnus irrimediabile alla sacralità degli affetti più intimi, della noncuranza e della velocità con cui si dimentica, assuefatti alla frequenza, rassegnati ai numeri, deresponsabilizzati.

Solo nella provincia di Lecce nelle ultime settimane si sono registrati una quindicina di casi di truffe ad anziani soli, così come a Barletta, Bari e nel Sud Barese. Sulle pagine social di molti comuni come sulla stampa, piovono alert, tentativi di mettere in guardia la popolazione dai tentativi di raggiri in corso, con invito a chiamare il numero di emergenza 112 e chiedere aiuto, come accaduto a Veglie (Lecce).

A fine febbraio l’ultimo arresto di un responsabile, nel Salento. Canovaccio sempre uguale. Una chiamata per dire che è un nipote o un figlio è rimasto coinvolto in un incidente e necessita di denaro per evitare, l’arrivo di un’avvocatessa annunciata al telefono e incaricata di ritirare la somma, poi il vuoto non solo delle tasche ma dell’animo, in cui le vittime si ritrovano dopo aver capito cosa è successo. Un’altra tecnica utilizzata sempre più spesso: lasciare aperta la chiamata. Quando la vittima mette giù, il truffatore aspetta con la comunicazione aperta. Nel caso in cui l’anziano decida di chiamare le forze dell’ordine per verificare la conversazione precedente, in realtà si trova a parlare sempre col truffatore, che modula la voce e si finge appartenente alle forze dell’ordine, confermando la veridicità della richiesta di denaro avanzata poco prima. 

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