Centrodestra in fase di riflessione: dopo l’accelerazione con la pubblica disponibilità ad una candidatura come governatore per i conservatori, non è decollata la nomination per il direttore del TgNorba Enzo Magistà. Il giornalista, che aveva dichiarato di aver già fatto numerose riunioni con i dirigenti regionali dei partiti, è in stand by: si attende che il tavolo romano della coalizione affronti il caso Puglia, insieme a quelli più spinosi che riguardano Campania e Veneto, mentre pende il ricorso davanti alla Consulta sul terzo mandato. L’orientamento dei giudici potrebbe rimettere in discussione orientamenti a destra, come a sinistra, lasciando in campo big come Luca Zaia, Enzo De Luca e, teoricamente, anche il pugliese Michele Emiliano.
Fdi, però, segue la partita dell’indicazione del candidato governatore con grande attenzione (e toni composti anche nelle chat interne): i vertici del partito pugliese sono molto misurati sulla questione, mentre la base rumoreggia. Stesso clima anche in Fi, dove un alto dirigente ha evocato il rischio di «percorsi alla Di Rella bis…». Tra i post-An sui social hanno preso posizione l’ex consigliere comunale Pino Monaco che attacca Magistà: «Perché tanto accanimento per andare a rappresentare una parte politica (il centrodestra) che hai sempre schifato e umiliato? Non lo capirò mai». Sulla stessa linea anche Giuseppe Tatarella, dell’omonima Fondazione: «La disponibilità del direttore Magistà a candidarsi come candidato Presidente per il centrodestra alle prossime elezioni regionali è direttamente proporzionale all'incapacità della classe dirigente del centrodestra pugliese di esprimere un candidato politico da contrapporre ad Antonio Decaro. Le sonore sconfitte al Comune di Bari non hanno insegnato nulla».
Nell’alleanza intanto è in corso una vera e propria corsa al riposizionamento: il deputato Davide Bellomo, eletto nella Lega, ha ufficializzato l’addio al Carroccio, per aderire a Forza Italia. Per gli azzurri si tratta di un nuovo arrivo nella compagine parlamentare dopo i due grillini accolti nei mesi scorsi (Antonio Trevisi e Giorgio Lovecchio). L’addio dell’avvocato barese avviene dopo roventi polemiche interne con il consigliere regionale Fabio Romito per un presunto spostamento di quest’ultimo nella casa berlusconiana. Adesso ad aderire al partito forzista è proprio Bellomo, che rivendicava le ragioni identitarie contro il rivale interno. Romito, nel momento di maggiore conflitto, usò parole dure sui social, accusando Bellomo «di non avere più alcun consenso sul territorio», aggiungendo che «finché a rappresentare Bari e la Puglia in Parlamento, ci saranno persone prive di radicamento sul territorio e non in grado di eleggere nemmeno un consigliere di municipio, la lotta con la sinistra sarà sempre impari e i partiti di centrodestra perderanno aderenza e rappresentatività. Ai commentatori da salotto, politicamente ed elettoralmente ininfluenti, rispondo come sempre con il sorriso e con la consapevolezza di aver sempre lavorato per la gente, senza aver ricevuto nulla in eredità familiare o per rendita dinastica. Matteo Salvini e Roberto Marti, lavoratori instancabili, meriterebbero parlamentari di ben altra statura». Secondo alcune indiscrezioni Bellomo starebbe già programmando la candidatura della sua compagna, Carmela Minuto (ex parlamentare) al consiglio regionale con Fi.
Il passaggio di Bellomo con il partito di Antonio Tajani, sembrerebbe, secondo altre ricostruzioni, avvicinare l’adesione di Massimo Cassano e Puglia popolare alla Lega: l’ex sottosegretario ha pronte le candidature alle regionali di Luigi Mazzei, Pietro Zingariello, Claudio Di Lernia e soprattutto del suo braccio destro, Carlo Laurora. Interrogato sulla questione dalla Gazzetta ha chiarito che sta valutando ancora quale sarà l’approdo tra i partiti nazionali dell’area conservatrice.
Oggi, infine, nel pomeriggio, nell’agorà del Consiglio regionale, si terrà un flash mob promosso dall’Anci Puglia contro la norma che obbliga i primi cittadini a dimettersi 180 giorni prima del voto per candidarsi per un seggio in Via Gentile: la piattaforma rivendicativa è trasversale, ma ad essere pronti a gareggiare sono soprattutto sindaci progressisti, già decisi a sostenere la candidatura di Antonio Decaro.