Si comincia dal ricorso della Regione Puglia, il primo ad essere depositato, contro cui si sono schierate Piemonte, Veneto e Lombardia e la stessa presidenza del Consiglio. Domani la Corte costituzionale decide sulla legge Calderoli che ha introdotto l’Autonomia differenziata, con cui le Regioni possono chiedere di gestire tutta una serie di materie fondamentali.
Ed è proprio quello della Puglia (con il professor Massimo Luciani e l’avvocato Rossana Lanza) il ricorso ritenuto più insidioso, perché oltre ad attaccare le modalità con cui il Parlamento ha inteso attuare l’articolo 116 della Costituzione, mette nel mirino anche lo stesso articolo 116 per come modificato dalla riforma del Titolo V: la Regione guidata da Emiliano chiede che la Consulta sollevi davanti a se stessa questione di legittimità costituzionale della norma fondamentale. Un doppio binario su cui si discuterà a lungo.
Gli altri ricorsi (Toscana, Sardegna e Campania) hanno impugnato la determinazione dei Lep (i livelli essenziali delle prestazioni, cioè i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale) sia per quanto riguarda la fonte che il procedimento di determinazione, oltre che l'individuazione delle materie su cui attivare il trasferimento delle funzioni. Altre questioni ancora riguardano il procedimento di approvazione delle intese tra Stato e Regioni per l'attribuzione delle materie e delle relative funzioni e le modalità di finanziamento delle funzioni trasferite.
La Corte dovrà stabilire l’ammissibilità degli interventi in opposizione spiegati dalle Regioni del Nord. Contro le quattro ricorrenti si è costituita anche l’Avvocatura di Stato per conto di Palazzo Chigi.
Di Autonomia ha intanto parlato il governatore del Veneto, Luca Zaia, definendo «inappropriato» il referendum su cui – a valle dei ricorsi – dovrà pronunciarsi sempre la Consulta, e annunciando che oggi è prevista una riunione con il ministro Roberto Calderoli «rispetto a una delle prime nove materie» da trasferire, cioè la Protezione civile, chiesta anche da Lombardia, Liguria e Piemonte. «Penso – ha detto Zaia - che questo referendum, nel rispetto ovviamente dell'istituto referendario, sia un referendum inappropriato. Se mai capiterà che verrà approvato, ci confronteremo rispetto ad un referendum che vorrebbe eliminare non un Ddl, ma una legge dello Stato, perché questa è già legge, è gia operativa».