Sabato 06 Settembre 2025 | 15:54

Emiliano: «Non voglio il terzo mandato a meno che non mi costringano»

 
dal nostro inviato massimiliano scagliarini

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dal nostro inviato massimiliano scagliarini

Emiliano: «Non voglio il terzo mandato a meno che non mi costringano»

Regione Puglia, il governatore chiede a Decaro di decidere: «Lui dopo di me? Impossibile dirlo»

Domenica 01 Settembre 2024, 09:38

09:39

CEGLIE MESSAPICA - Dice di essere pronto ad abbandonare la guida della Regione quando nell’autunno 2025 scadrà il suo secondo mandato. Ma fa anche capire che non è detto che l’uomo deputato a succedergli sia Antonio Decaro. Michele Emiliano continua a fare quello che gli viene meglio, giocare al gatto con il topo o – se si preferisce – continua a mettere il coltello nella piaga di una coalizione debole perché condizionata dai «signori delle preferenze». Emiliano lancia messaggi che non tutti sono in grado di decodificare: le parole che pronuncia a Ceglie Messapica, sopra e sotto il palco della Piazza, sono solo apparentemente un addio all’ipotesi di una sua ricandidatura. Ma, nei fatti, nulla è stato ancora deciso: la prospettiva in Puglia è quella di avere davanti un anno e mezzo di passione.

«Ogni cosa ha il suo tempo, ha il suo contesto e non c'è bisogno di un terzo mandato: mi auguro ci sia qualcuno disponibile», è la frase detta da Emiliano al suo arrivo a Ceglie. Rilanciata dalle agenzie, la dichiarazione fa immediatamente il giro di tutti i telefonini. Ma, come sempre, non bisogna fermarsi all’apparenza né farsi depistare dal post su Instagram in cui Emiliano aveva detto l’ovvio, cioè che è necessario «adeguare» la legge elettorale pugliese in cui non c’è il limite di mandati introdotto dalla legge nazionale. Perché poi, scavando scavando, il governatore uscente sembra dire una cosa differente. E sembra lanciare un appello al suo amico-avversario Decaro, che a sua volta aveva detto di non avere ancora pensato all’ipotesi di candidarsi come presidente della Regione.

«Sono pronto a fare – scandisce Emiliano dal palco - tutto ciò che serve a far proseguire questa rivoluzione. Abbiamo iniziato vent’anni fa cercando di dare un governo alla capitale della Puglia, cercando di far diventare Vendola presidente, cercando di superare le disavventure di Vendola. Non è stato facile per il centrosinistra superare le disavventure di Vendola». Poi il punto che interessa e che spiega l’articolazione del ragionamento. «Abbiamo costruito un patrimonio che va messo nelle mani della nuova generazione. Mi auguro che questi giovani, anche se giovani non sono più… Decaro ha 55 anni, se non lo fa ora quando?». Ma quando si arriva al dunque, cioè a dichiarare la successione con l’ex sindaco di Bari e recordman di preferenze alle Europee, Emiliano si ferma: «Se io fossi autorizzato a dirlo lo avrei già detto, ma non sono autorizzato. Il centrosinistra non è un uomo solo al comando, è una platea di persone. Mi auguro di non doverlo fare per forza il terzo mandato».

Il tema riguarda dunque non solo e non tanto il rapporto con Decaro, ma anche quello con gli alleati nell’ipotetico campo largo che interessa a Emiliano. Chi sta vicino al governatore fa capire che il suo ragionamento ruota, innanzitutto, sulle decisioni – meglio: sulle indecisioni – di Decaro, che pure dieci anni fa, al momento di candidarsi a sindaco di Bari, tenne tutti sulla corda fino all’ultimissimo momento. Emiliano sembra insomma dire da un lato che la decisione spetta al centrosinistra e non a un singolo esponente, dall’altro che nella coalizione ci sono – o potrebbero esserci – anche i Cinque Stelle.

Emiliano, accompagnato a Ceglie da alcuni dei suoi fedelissimi (tra tutti il direttore generale di Pugliapromozione, Luca Scandale, e il direttore generale di Arca Puglia, Piero De Nicolo) ha parlato anche di Schlein («Ha fatto un capolavoro. Credo stia facendo un lavoro straordinario da quando è stata eletta. Ha vinto le primarie da outsider, ha fatto cessare le ostilità interne al partito»), di Forza Italia e della proposta di Tajani sullo Ius Scholae («È evidente che Forza Italia stia lavorando a un ripensamento, a un nuovo collegamento con le radici profonde del cattolicesimo democratico. Una visione internazionale del Paese ci consente di avere flussi migratori positivi. Tajani è una persona perbene che sta facendo una riflessione profonda») e alla fine pure di Raffaele Fitto, ora destinato al ruolo di commissario europeo. E anche del suo avversario storico Emiliano ha parlato a modo suo. «Mi fa molto piacere per Raffaele Fitto – ha detto -, che secondo me è un uomo fortunato. Ha perso le elezioni con Vendola, poi ha perso le elezioni con me ed è diventato sempre più importante. Si esprime bene nella quotidianità del lavoro più che in campagna elettorale. Lui ha sempre avuto il mio rispetto, come nell'ultima campagna elettorale». Con Fitto, ha ricordato Emiliano, negli scorsi giorni c’è stato un incontro romano per lo sblocco dei fondi di coesione, gli Fsc, che valgono 4,6 miliardi. «Con Fitto – ha detto Emiliano – c’è sempre massimo rispetto istituzionale. Quando lui ci ha chiesto l’intesa in tempi rapidi sui Giochi del Mediterraneo di Taranto, gliela abbiamo data in una settimana. Quando ci siamo visti ci ha detto, a modo suo, che sui fondi di coesione noi della Puglia siamo i migliori d’Italia».

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