la querelle
Le carte sulle attività della consulente De Simone sono «relazioni segrete»: ora il caso è politico
Due consiglieri chiedono a Emiliano gli atti, già negati alla Gazzetta. Ventola: «I documenti? A noi devono darli per forza». In commissione bilancio Amati convocherà un’audizione.
BARI - Le relazioni sull’attività svolta dalla consulente Caterina detta Titti De Simone sono «segrete». Così martedì ha risposto il gabinetto del presidente della Regione alla richiesta di accesso civico presentata dalla «Gazzetta»: non è possibile sapere in cosa sia consistito materialmente il suo compito di consigliera di Emiliano per la partecipazione, retribuito con 65mila euro l’anno. La questione - e soprattutto la risposta - sono diventati però oggetto di polemica politica.
I consiglieri Francesco Ventola (capogruppo di Fratelli d’Italia) e Antonio Tutolo (gruppo Misto) hanno infatti chiesto alla presidenza copia delle relazioni della De Simone come atto di sindacato ispettivo. E altri colleghi hanno preannunciato al presidente della commissione Bilancio, Fabiano Amati (Azione), una richiesta di audizione del capo di gabinetto, Giuseppe Catalano, in merito al contratto di consulenza della De Simone e ai suoi contenuti: verrà calendarizzata dopo la richiesta formale.
Il «no» alla consegna delle relazioni è illegittimo, in base alla legge sulla trasparenza: l’accesso civico generalizzato, «chiunque ha diritto di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni», un diritto che «non è sottoposto ad alcuna limitazione quanto alla legittimazione soggettiva del richiedente» e «non richiede motivazione». Ieri in via informale dalla Regione hanno fatto sapere che sulla questione delle relazioni di De Simone è in corso una rivalutazione: la stessa cosa era già accaduta per i documenti sui viaggi per il mondo della ex consigliera delegata alla Cultura, Grazia Di Bari, che alla fine gli uffici sono stati costretti a consegnare. Proprio ieri, del resto, il nuovo assessore alla Legalità, Viviana Matrangola, ha avviato una serie di incontri per individuare criticità in materia di trasparenza. Non sarà difficile trovarne.
De Simone, ex presidente del Pd di Bari e componente della segreteria nazionale Dem, è stata nominata nel 2021 consigliere per le politiche di genere. Ha confermato di aver predisposto relazioni riassuntive della sua attività, ma la Regione dice che non si possono leggere. «Si segnala - ha scritto il gabinetto della presidenza per giustificare il diniego - come esse non siano producibili sia per espressa previsione contrattuale sia perché aventi carattere di rigorosa riservatezza, configurandosi l’attività della consigliera quale supporto e approfondimento all’organo politico».
«Abbiamo fatto richiesta delle relazioni - commenta Ventola - ma, come accaduto in passato, siamo certi che la trasparenza non sia un mantra di Emiliano. Avere quelle relazioni è un nostro diritto ma senz’altro troveranno ogni scusa per non darcele. A questo proposito possiamo dire che da oltre un mese abbiamo chiesto le schede Fsc inoltrate dalla Regione al ministero e non abbiamo avuto alcun riscontro».
De Simone ha commentato il caso su Facebook, sostenendo di essere oggetto di «qualcosa di chiaramente ad personam», «violento e calunnioso»: «Da diverse settimane - scrive - un giornalista di un quotidiano locale mi ha evidentemente preso di mira, con un vero e proprio obiettivo di discredito, pasticciando informazioni e fatti di vario genere e totalmente scollegati, informazioni carpite non si sa parlando con chi, (non con me), arrivando a chiedere un accesso agli atti circa il mio contratto di lavoro e ciò che faccio nella mia attività lavorativa, specchiata, nota e documentata anche alle cronache da anni». «Non ho nulla da temere - prosegue la De Simone -, nulla da nascondere, per me parlano le cose che ho fatto, che faccio, la mia storia». Eppure si è opposta alla consegna delle relazioni.