Consigliere Michele Mazzarano lei ha lasciato il gruppo Pd al Consiglio regionale: perché?
«Ho visto che io e Caracciolo, che non c’entriamo nulla con le vicende giudiziarie in corso, siamo diventati i problemi del Pd, i capri espiatori per consentire al Pd di lavarsi la faccia sporca dipinta da alleati e avversari. Nel codice di procedura penale esiste il principio “ne bis in idem” che stabilisce il divieto che un soggetto possa essere processato più volte per la stessa colpa. Questo principio per me non vale».
La sua vicenda giudiziaria è datata 2015?
«Sì e sono stato più volte processato pubblicamente per la stessa colpa. Già nel 2018 alla prima puntata di Striscia la notizia, mi sono dimesso da assessore regionale per ragioni di opportunità, prima che si aprissero le indagini a mio carico. Da allora non ho mai più avuto incarichi politici e ruoli esecutivi e di governo. Processato poi nel 2023 per aver fatto vincere il congresso alla Schlein a Taranto e mi sono dimesso dalla Direzione nazionale del Pd per evitare che gli esiti processuali finissero per dare fastidio alla neo segretaria. Ho evitato di iscrivermi al Pd negli ultimi anni per tutelare il partito da polemiche. E processato ora per le vicende giudiziarie di Bari in cui non c’entro nulla. Aggiungo che se hanno bisogno di un altro scalpo, la presidenza della Commissione Ambiente è a disposizione. Nel Pd parlano di codice etico per raggiungere obiettivi politici ma credo che non conoscano il codice etico del Pd»...
CONTINUA A LEGGERE SULL'EDIZIONE CARTACEA O SULLA NOSTRA DIGITAL EDITION