La sentenza
Olivieri condannato dopo l'arresto: diffamò il suo successore
La «campagna stampa» dell’avvocato arrestato per colpire il n.1 della Multiservizi. La corte d’appello accoglie il ricorso di biga contro l’ex consigliere regionale arrestato per voto di scambio
BARI - Giacomo Olivieri utilizzò il suo giornale online «Il Quotidiano Italiano» per orchestrare «una vera e propria campagna di stampa» contro Francesco Biga, avvocato e suo successore alla guida della Multiservizi. È per questo che l’ex consigliere regionale è stato condannato dalla Corte d’appello di Bari (Terza sezione, presidente Ancona, relatore Chiarelli, a latere Gaeta) a risarcire Biga con 12mila euro, mentre l’allora direttore del sito e la allora società editrice Comunicare dovranno pagare altri 45mila euro di danni. In primo grado la richiesta di risarcimento era stata respinta.
Il caso si incrocia con le vicende giudiziarie che hanno portato in carcere Olivieri il 26 febbraio, perché già la Dda di Bari riteneva che l’avvocato utilizzasse il sito (la società editrice è stata sequestrata insieme a tutto il patrimonio) per fare pressioni sui suoi avversari.
Olivieri risponde infatti (oltre che di voto di scambio politico-mafioso) anche di estorsione ai danni della Banca Popolare di Bari: avrebbe minacciato i vertici della società di far pubblicare notizie compromettenti sul Quotidiano Italiano per indurli a non azionare un credito da 1,1 milioni. L’allora direttore viene ritenuto dalla Dda «privo di qualsiasi autonomia nella sua professione»: nei suoi confronti l’Ordine dei giornalisti ha già chiesto di avviare un nuovo procedimento disciplinare.
I giudici civili, nel motivare la condanna, hanno ritenuto in sostanza che la diffamazione sia «consistita nell’orchestrazione di una vera e propria campagna stampa» del giornalista nei confronti di Biga, mentre Olivieri avrebbe poi rilanciato gli articoli ora ritenuti diffamatori sulle sue pagine social. Biga, subentrato in Multiservizi, ha più volte denunciato Olivieri...