viaggi & disagi
Bari-Roma, così vicine così lontane
Puglia tagliata fuori dai collegamenti. Raggiungere la capitale è una corsa ad ostacoli
BARI - Aereo, treno o auto? La tratta Bari-Roma, continua a essere un percorso per dannati. La Puglia, ormai, da decenni è ostaggio di decisioni politiche o iniziative di questa o quella compagnia aerea in nome di scelte dettate da politica economica. Tutto ciò nonostante miliardi di euro di finanziamenti pubblici. Sfogliando le collezioni della Gazzetta degli ultimi 10-15 anni, rileggiamo ormai le stesse cose riproposte più o meno in analoghi periodi dell’anno. Sta di fatto che se un pugliese decide di andare a Roma, incontra parecchi disagi che si aggiungono ai costi non di poco conto.
Il perché è presto detto. Cominciamo con l’aereo. Al di là delle limitate possibilità, sia da parte di «Ita» che di «Ryanair», i principali vettori, la giungla tariffaria è qualcosa di insostenibile. Una tratta di sola andata rischia di sfiorare o superare i 350 euro (soprattutto ad inizio settimana) salvo che la prenotazione non avvenga con una o due settimane di anticipo e comunque in fasce orarie spesso inconciliabili con gli impegni della trasferta.
Ma oltre al prezzo, il problema sono gli slot disponibili che, a quanto pare, non riescono a soddisfare la domanda dei passeggeri diretti nella capitale. L’aeroporto di Bari-Palese, a fronte di dati mirabolanti, continua a conservare gli stessi problemi di quando le cifre del traffico nei cieli erano pari a un terzo o la metà di quelli attuali. Con la differenza che negli ultimi anni compagnie low cost come Ryanair sono diventate ormai «indispensabili» - anche grazie alle provvidenza pubbliche - offrendo tratte per il trasferimento fuori dei confini nazionali e limitando quelle interne. Si favorisce il turismo, si penalizzano i trasferimenti per lavoro, salute o altro.
Ed ecco che, se il giovedì o il venerdì sorge la necessità di andare a Roma il lunedì successivo, le opportunità di trovare un posto disponibile su un volo, a un prezzo accettabile, sono davvero ridotte al lumicino. Che fare, quindi? La prima alternativa è il treno. Ma anche qui bisogna fare i conti con i rischi di ritardo, ormai pressoché frequenti, proprio sulla tratta Bari-Roma. Sull’app mobile di Trenitalia, le opportunità di viaggio verso la capitale non mancano, a cominciare dal treno «comodo» in partenza alle 6.10 dal capoluogo pugliese con arrivo previsto a «Termini» alle 10.03. Tuttavia, in questo periodo, il ritardo oltre mezz’ora sembra essere una costante fissa: chi scrive, alcuni giorni fa ha viaggiato con il «Freccia d’argento» Bari-Roma, il cui biglietto era stato acquistato in parte con un rimborso per un ritardo di Trenitalia sulla stessa tratta. Ebbene, anche stavolta, il treno è arrivato nella capitale con 33 minuti di ritardo «a causa della circolazione rallentata sulla linea» (così recita il messaggino sms inviato in tempo reale), circostanza che determinerà il diritto al rimborso del 25% del costo del biglietto.
Al di là del paradosso del «rimborso del rimborso» del biglietto del treno, come terza opzione non resta che l’auto, ovviamente per coloro che ne hanno una in più rispetto a quella necessaria per le necessità quotidiane di una famiglia. Anche in questo caso, i conti sono presto fatti: al prezzo della benzina che supera i 2 euro a litro, e al pedaggio autostradale di almeno 50 euro tra andata e ritorno, bisogna sommare le file interminabili sul raccordo anulare e il traffico caos della capitale con tutte le limitazioni alla circolazione soprattutto se vi è necessità di muoversi in pieno centro.
Infine c'è il bus che però impone un viaggio notturno se ci sono impegni in mattinata a Roma. Da qui la necessità di impegnare la politica affinché la Puglia non continui a restare tagliata fuori dai collegamenti, pagando le (non scelte) fatte per decenni sulla pella dei cittadini del Sud. La vera battaglia parte da qui.