Senatore Ignazio Zullo, due anni fa quando lei sollevò il caso di Universo Salute - in qualità di capogruppo regionale di Fratelli d’Italia - aveva, praticamente, svelato per primo ciò che oggi è frutto di un’indagine raccontata dalla «Gazzetta».
«Appunto, due anni fa. Ed è un peccato che all’epoca, quando chiedemmo una commissione che facesse chiarezza, non solo non siamo stati ascoltati ma addirittura emarginati. Eppure era evidente che la tariffa applicata a Universo Salute era fuori da ogni contesto amministrativo e normativo, che creava situazioni di disparità con altre Rsa assurde e ingiustificate. Nel marzo 2020, durante il primo lockdown a causa del Covid, il ministero della Salute aveva emanato una direttiva con la quale puntava a sensibilizzare le Regioni a fare tamponi sistematici nelle Rsa e a dotare gli operatori sanitari di Dpi. Tutto questo in Puglia non è stato fatto, tant’è che le Rsa pugliesi hanno dovuto far fronte a queste disposizioni ministeriali autonomamente, come meglio potevano. Nelle Rsa pugliesi quando veniva riscontrato un positivo veniva allontanato (o isolato) e, inoltre, c’era il divieto a prendere in carico altri anziani negativi, quindi fra mortalità e trasferimenti molte Rsa in Puglia hanno sofferto e hanno rischiato di portare i libri in tribunale per le gravi difficoltà economiche, dovendo affrontare spese impreviste e non rimborsate».
Dobbiamo dedurre: in tutte le Rsa pugliesi tranne che in quelle di Universo Salute?
«È così, perché inspiegabilmente godeva di un trattamento totalmente diverso da tutte le altre Rsa pugliesi: nelle loro potevano restare gli anziani positivi e potevano essere presi altri pazienti positivi...
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