In Puglia nel 2022 (ultimo monitoraggio dell’Inail) sono stati ben 74 gli infortuni mortali, sebbene in numero minore rispetto al 2021. La provincia più esposta è stata Foggia con 25 casi, seguita da Bari (20), Taranto (12), Lecce (9), Barletta-Andria-Trani (5) e Brindisi (3). Lo si legge nello studio «Il fenomeno infortunistico e tecnopatico in Puglia» effettuato da Inail. Dei 74 infortuni del 2022, 9 casi hanno riguardato le donne (più 28,57%), 65 gli uomini (meno 26,97%).
I settori più colpiti sono la gestione dell’agricoltura (15 incidenti mortali nel 2022), e poi costruzioni (9), trasporti e logistica (8), ristorazione e sanità (2). Quanto alle denunce per infortuni non mortali, nel 2022 sono state 29.401, il dato è in discesa rispetto al periodo pre Covid (2019), quando il totale era stato di oltre 30mila. In questo caso la maggior parte delle denunce riguarda uomini (18.737 nel 2022), mentre quelle legate all’occupazione femminile sono 10.664, il 27,62% in più rispetto al 2021.
«In Puglia l’area più sensibile al fenomeno degli infortuni sul lavoro è quella di Taranto, legata all’ex Ilva che da sempre pone problemi di equilibrio fra sicurezza, lavoro e salute - ha spiegato Andrea Tardiola, direttore generale Inail -. Taranto nell’arco di 50 anni ha registrato decine di incidenti mortali sul lavoro e casi di malattie professionali». Per Tardiola «la Puglia presenta anche caratteristiche di filiera economica, come l’agricoltura, che è un settore particolarmente esposto al rischio infortunistico».
C’è poi la zona grigia della sottoccupazione. «Il lavoro nero espone di più i lavoratori al rischio di infortuni. Noi quei dati non li leggiamo, li possiamo solo stimare scoprendo che il tasso infortunistico regionalizzato in settori come l’edilizia è più alto al Centro-Nord rispetto al Sud - ha chiarito Andrea Tardiola - Questo significa che al Sud c'è una maggiore diffusione di lavoro informale che nasconde molti infortuni e che i casi, soprattutto quelli non mortali, sono sottostimati». Secondo il direttore Inail, «il lavoro precario e quello meno strutturato, anche se formale, comportano comunque maggiori rischi a causa del minore investimento sulla formazione».
Dallo studio emerge ancora che la provincia con più casi è quella di Bari (10.770 denunce nel 2022), seguita da Lecce (4.938), Foggia (4.336), Taranto (3.948), Brindisi (3.095) e Barletta-Andria-Trani (2.314). I settori più esposti sono agricoltura (550 denunce nel 2022, il più 144,44% rispetto all’anno prima), trasporti e logistica (2.958, più 108,31%), alloggio e ristorazione (1.108, più 94,39%), costruzioni (1.703, più 40,40%). Calano invece i casi nella gestione dell’agricoltura (2.082, meno 6,56%) e nella sanità (2.492, meno 0,60%). Quanto infine alle denunce per malattie professionali, in Puglia sono state 4.817 nel 2022, le città che registrano il maggior incremento sono Lecce (più 23,35%) e Taranto (più 15,42%).
Quanto ai dati nazionali del primo trimestre del 2023, si registra una diminuzione degli infortuni sul lavoro. Il fenomeno è dovuto alla fine della pandemia. Lo scorso anno si registravano ancora numerosi casi legati al Covid, ovvero contagi in circostanze lavorative. Quest’anno il dato si sta sgonfiando».
I rimedi possibili? La Puglia, secondo Inail, è «un laboratorio di innovazione interessante». Qui è infatti stata progettata la app ScacciaRischi, scaricabile sugli app store per cellulari, che usando le tecniche del gaming educa ragazzi e i bambini a riconoscere i rischi di ambiente domestico. È una sorta di palestra ed è stata premiata sia dal Forum Pa a Roma sia dal Politecnico di Milano.