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Mobilità dolce in Puglia, a Lecce «zone 30» a singhiozzo. E Bari pioniera pensa alle «Z20»

 
Emanuela Tommasi e Francesco Petruzzelli

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Emanuela Tommasi e Francesco Petruzzelli

Mobilità dolce in Puglia, a Lecce «zone 30» a singhiozzo. E Bari pioniera pensa alle «Z20»

I mezzi dei Comuni per ridurre, di fatto, la velocità alla guida

Giovedì 12 Gennaio 2023, 10:38

LECCE - Lecce ha già «zone 30». L’amministrazione comunale ha cominciato da qualche anno a realizzare, pezzo a pezzo, anzi, strada per strada, una città dove muoversi in auto con il limite di velocità, per aumentare la sicurezza soprattutto dei pedoni e di tutti gli altri utenti deboli della strada. E là dove non è stato possibile intimare un obbligo di marcia con tanto di segnaletica, l’Assessorato alla Mobilità ha messo in atto azioni che riducono, di fatto, la velocità alla guida.

Intanto, è «zona 30» tutto il centro storico, che coincide con la zona a traffico limitato. Poi, «zona 30» è anche il quartiere Leuca, dopo che l’omonimo asse viario principale è stato interessato dai lavori di allargamento dei marciapiedi, che hanno ridotto sensibilmente lo spazio per la circolazione delle automobili, le quali possono muoversi solo su una fila e in un unico senso di marcia.

L’altro quartiere - all’interno dell’anello dei viali - dove si circola a 30 chilometri all’ora, sia perchè obbligati dalla segnaletica (in alcune strade) sia perchè ci sono molti sensi unici, è «San Lazzaro» (rione residenziale), all’interno del quale è stata istituita anche una «zona scolastica», che vieta le auto nelle strade intorno all’istituto Ascanio Grandi, negli orari di entrata ed uscita dalla scuola.

Limite di 30 chilometri orari anche in alcune vie di Borgo Pace, quartiere un po’ più distante dal centro, in particolare in alcune traverse e parallele di via Taranto. Per l’esattezza, sono diventate «zone 30» da meno di due mesi, via De Simone, via Scardia, via Gallo e via Martucci, dove sono stati realizzate, al centro della carreggiata, spazi verdi attrezzati con nuovi alberi, cespugli, panchine, giochi per bambini. In altre strade adiacenti, poi, sono stati realizzati rallentatori a tutela dei pedoni.

«L’obiettivo strategico è quello di fare un’unica “zona 30” nella porzione urbana racchiusa dai viali - spiega l’assessore alla Mobilità, Marco De Matteis - Un’esigenza che, recentemente, sta maturando in diverse città italiane ed europee ma che già avevamo intuito da tempo. Ma strutturare la città in un colpo solo non è facile. Per questo, già da tempo, abbiamo cominciato e mettere in atto azioni che facciano ridurre la velocità alle automobili - spiega l’assessore - come la realizzazione degli attraversamenti pedonali rialzati, l’allargamento dei marciapiedi e delle aree riservate ai pedoni, l’individuazione di corsie preferenziali per i mezzi pubblici e di soccorso, la costruzione di piste ciclabili. Si tratta di interventi che portano tutti, di fatto, a privilegiare e tutelare gli utenti più deboli della strada, come i pedoni e i ciclisti. E, gradualmente, conducono all’obiettivo della “zona 30”».

Bari città pioniera pensa alle «Z20» (di Francesco Petruzzelli)

Ad andamento dolce e lento, ben prima di Milano. Bari ha preceduto il capoluogo lombardo nella decisione di istituire le «zone 30», aree e strade urbane nelle quali la velocità dei mezzi si riduce notevolmente per cedere il passo e più sicurezza ai pedoni e alla mobilità sostenibile. Se all’ombra della Madonnina si ragiona in queste ore sulla loro istituzione, all’ombra di San Nicola le zone 30 sono attive da oltre tre anni. Dall’autunno 2019, quando la giunta Decaro ha deciso di approvare il piano della micromobilità elettrica: il provvedimento che ha coniugato gli interventi di moderazione della viabilità e del traffico alla previsione (ben prima della mobilità dolce imposta dal Covid) di consentire i dispositivi di mobilità autobilanciati - come hoverboard, segway e monowheel - e i dispositivi non autobilanciati quali il monopattino. E così ecco le numerose strade del Murat diventate a velocità ridotta, ma anche quelle dell’Umbertino, di Madonnella e alcune del Libertà. Dove tra segnaletica e divieti viene imposto all’automobilista di pigiare meno sull’acceleratore. Prendendo la mappa approvata dal Comune, l’area delle zone 30 è un un enorme fascione verde (colore scelto per indicarle) che include diverse strade, ad esclusione di arterie principali come ad esempio il lungomare, corso Vittorio Emanuele, via Piccinni, via Quintino Sella, corso Cavour e corso Italia. Vie nevralgiche per la viabilità cittadina e per il trasporto pubblico locale e che mantengono il rango di strade con percorribilità a un massimo di 50 chilometri orari. Al Libertà ad esempio sono zone 30 via Nicolai, via Calefati e via Abate Gimma (anche nei tratti del Murat), mentre non lo sono via Dante, via Principe Amedeo, via Brigata Bari e via Francesco Crispi. Bari vecchia è invece un enorme fascione rosa, ad indicare che qui, tra piazze, stradine, corti e Ztl, la velocità massima consentita scende addirittura a 20 chilometri orari. E ora il Comune vuole esportare il modello anche nelle periferie. «Lo faremo nel territorio del IV Municipio, Carbonara-Ceglie e Loseto, dove c’è già un piano per istituire zone 30, zone 20 e zone 10» annuncia l’assessore ai Lavori Pubblici e alla Mobilità Giuseppe Galasso. «Sono quartieri che si prestano - spiega - a una mobilità più lenta, trattandosi spesso di strade strette e con marciapiedi altrettanto stretti. Nelle strade dove invece i marciapiedi sono assenti vogliamo istituire le zone 20, che poi diventano zone 10 nei tratti pedonali e aperti al solo passaggio dei mezzi dei residenti e dei frontisti». Anche qui alcune strade principali, come ad esempio via Trisorio Liuzzi, saranno escluse dai nuovi limiti di velocità. Limiti invece più stringenti nelle parti più storiche dei quartieri e per le quali la nuova segnaletica dovrebbe arrivare con l’inizio dell’estate. Ma quello del IV Municipio non sarà un caso isolato. Gli uffici tecnici stanno prendendo in esame il contesto urbanistico di Palese e Santo Spirito, quartieri che si prestano moltissimo, specie lungo la costa, a una mobilità più lenta e alle aree pedonali. E la mobilità lenta fa anche rima con il ritorno del bike sharing. Da oggi inizieranno le operazioni di montaggio delle prime 50 nuove postazioni (saranno in totale 120), dopo la rimozione delle vecchie colonnine nelle piazze Moro, Umberto, Massari e De Nicola.

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