LO SCENARIO
Libia, video del portavoce di Haftar "Via l'ospedale italiano di Misurata"
A difendere la struttura ci sono 300 bersaglieri del 7° reggimento di Altamura
L’Italia presa di mira da Khalifa Haftar. La presenza delle truppe italiane nella città-stato di Misurata, 400 uomini (300 i bersaglieri del 7° reggimento di stanza ad Altamura) che servono non solo a gestire un ospedale ma anche a monitorare le evoluzioni del conflitto libico, non è gradita al numero uno dell’Esercito nazionale libico. Così Ahmed Mismari, generale e portavoce del maresciallo della Cirenaica, in un video diffuso da Il Corriere della Sera dichiara apertamente che gli italiani devono ritirarsi dalla città fedele al governo di Fayez al-Sarraj.
“Occorre che l’Italia ritiri al più presto il suo ospedale militare da Misurata. Abbiamo le prove che quella struttura ormai non ha più nulla di umanitario, ma costituisce un valido aiuto per le milizie di Misurata che combattono contro il nostro esercito” ha detto al quotidiano italiano il generale libico.
L’uomo a cui è affidata la comunicazione mondiale dell’uomo forte della Cirenaica non ha dubbi: “L’ospedale era stato inviato per assistere i feriti negli scontri contro Isis a Sirte nel 2016. Ma quei combattimenti sono terminati da un pezzo, perché restano 400 soldati italiani? Da quella base partono gli aerei che bombardano le nostre truppe e causano vittime anche tra i civili. Crediamo che gli italiani abbiano un ruolo nel addestrare le milizie. Non va bene, devono andarsene”.
Misurata, nel puzzle libico, è schierata col premier Fayez Al Sarraj, riconosciuto dall'Onu e dalla comunità internazionale. E l'ospedale italiano è un Role 2, un struttura sanitaria cioè in grado di effettuare interventi chirurgici ad alta capacità su ferite di guerra, con 30 posti letto. I bersaglieri pugliesi si occupano della sicurezza sia del personale che della base allestita nella ex sede dell'Accademia aeronautica libica.
Insomma, l'Italia sembra in difficoltà nel pantano libico soprattutto dopo che gli Stati Uniti avrebbero deciso di appoggiare Haftar, considerato un baluardo contro la diffusione dell'estremismo islamista in Libia, rimescolando alleanze e rapporti di forza.