BARI - Il credito indiscriminato concesso negli anni alla Maiora di Fusillo è quantomeno una concausa del crac della Banca Popolare di Bari. Ne è convinto il consulente tecnico del Tribunale delle imprese, il professor Paolo Bastia dell’Università di Bologna, che ha valutato i danni causati dagli ex amministratori nell’ambito dell’azione di responsabilità avviata, nel 2022, dagli allora commissari mandati da Bankitalia per il salvataggio dell’istituto pugliese.
È un punto nodale nel riconoscimento della «mala gestio» dell’ex presidente Marco Jacobini, del figlio Gianluca (ex condirettore e vicedirettore generale) e dell’ex ad Giorgio Papa, cui la consulenza attribuisce la parte maggiore dei 187 milioni di danni che 13 ex amministratori avrebbero causato alla banca per effetto delle loro decisioni. Va anche detto che l’atto di citazione chiedeva 380 milioni a 19 ex amministratori e alla società di revisione PwC: la consulenza ha dunque rivisto al ribasso, di molto, il danno patrimoniale (ancora presunto) causato dagli ex vertici, ma ha ribadito alcuni punti già emersi nei vari processi penali. E non è un caso...
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