Indagine della Corte dei Conti
Contratto guardie mediche «C'è un danno da 13 milioni»
«Avviso» contabile per 14 persone. I medici potrebbero essere chiamati a restituire le somme percepite
Arriva anche in Basilicata l’inchiesta contabile sulla contrattazione integrativa dei «medici di guardia» per i quali si fa ora concreto il rischio che siano chiamati a restituire (come avvenuto in altre realtà e meglio spiegato nel pezzo accanto) somme che i giudici contabili ritengono erogate in modo non corretto.
La Procura regionale presso la Corte dei Conti ha notificato l’«Invito a dedurre» firmato dal vice procuratore generale Ernesto Gargano a 14 persone per i contenuti della contrattazione integrativa regionale del 2008 che, come avvenuto un po’ ovunque, aggiunse alcune voci di retribuzione a quelle previste dall’accordo centrale nazionale. Nell’atto si ipotizza un danno erariale dal 2012 al 2016 pari a 13milioni e 446mila euro. A «dedurre» (ossia a dare le proprie spiegazioni prima che la procura decida se azionare o meno la richiesta risarcitoria) sono chiamati in 14, a partire dai componenti della giunta regionale che l’11 marzo 2008 approvò la delibera 331 che conteneva l’accordo (e cioè l’allora presidente Vito De Filippo e gli allora assessori Vincenzo Folino, Antonio Autilio, Roberto Falotico, Innocenzo Loguercio, Antonio Potenza, e Vincenzo Santochirico) e i tecnici di Regione e Asl che effettuarono la contrattazione e formularono l’accordo passato poi alla giunta, ossia l’allora direttore generale del dipartimento Salute, Rocco Rosa, la dirigente regionale Rocchina Giacoia, i dirigenti delle Asl Anna Bacchini, Roland Giovanni Cellini, Assunta Fragnito, Giuseppe Taratufolo e Angelo Francesco Carlomagno.
Al momento le ipotesi di responsabilità contabile sono indistinte tra quanti hanno avuto ruoli diversi nella vicenda, ma non è detto che se la Procura deciderà di andare avanti non ravvisi livelli di responsabilità differenziati tra le persone citate. Perché, stando all’ipotesi contenuta nell’invito a dedurre, la contrattazione integrativa regionale di per sé era legittima, ma non sarebbe stata applicata correttamente. In particolare, l’accordo nazionale prevede che possano essere erogate somme aggiuntive nell’ambito della definizione di accordi a livello locale, ma che tanto debba avvenire al verificarsi di precise condizioni, come compiti aggiuntivi, presenza di difficoltà o condizioni particolari.
E qui la procura contabile lucana, a seguito di indagini svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, guidato dal tenente colonnello Costantino Russo, ha evidenziato voci sospette e erogazioni fatte da qualche Asl in modo generalizzato, ossia senza verificare la sussistenza delle condizioni previste dall’accordo. Gli interessati hanno ora un mese e mezzo per esporre le proprie ragioni, dopo di che il procuratore Gargano dovrà decidere se (ed eventualmente chi) citare a giudizio.