Uno dei dati peggiori tra gli stabilimenti italiani di Stellantis. È quello di Melfi che nei primi nove mesi del 2024 perde il 61,9 per cento della produzione di auto, con, in termini di volumi, quasi 90 mila vetture in meno. Un dato fortemente negativo che si lega al profondo rosso registrato da tutto il gruppo che ha perso il 31,7 per cento della produzione, con numeri in negativo, la prima volta, in tutti gli stabilimenti e perdite sia per le auto (-40,7 per cento) sia per i veicoli commerciali (-10,2 per cento). A lanciare l’allarme è il report trimestrale sulla produzione Stellantis pubblicato dalla Fim-Cisl da cui emerge come la flessione della produzione negli stabilimenti oscilli dal meno 47 per cento di Cassino al meno 75,8 per cento di Maserati Modena. Un trend che - secondo la Fim-Cisl - porterà ad una produzione 2024 inferiore ai 500mila veicoli, con le auto sotto le 300mila unità, rispetto alle 751mila del 2023. “La situazione del settore automotive in Italia e in Europa diventa sempre più critica. In assenza di una netta inversione di direzione, rischia di essere irrimediabilmente compromessa la prospettiva industriale e occupazionale” evidenzia il report mentre il segretario generale della Fim Cisl Ferdinando Iuliano parla di “una situazione che non si era mai vista prima” e della necessità di “nuovi ammortizzatori sociali” perché “il rischio di licenziamento potrebbe investire circa 25mila lavoratori”. Uno scenario che riguarda anche lo stabilimento Stellantis di Melfi dove “l’utilizzo del Cds è stato nel primo trimestre del 23 per cento, pari a una media di 1.282 lavoratori ogni giorno; nel secondo trimestre del 40 per cento, peggiorando ulteriormente nel terzo trimestre del 60 per cento.” Difficoltà anche nell’indotto lucano dove “la situazione è molto critica”. “C’è la necessità di garantire l’uso degli ammortizzatori. È necessario che il gruppo sia impegnato a dare priorità nelle forniture alle aziende del comprensorio, ma nel contempo, bisogna sostenere le aziende fornitrici nel processo di ammodernamento e di transizione verso le nuove produzioni. Inoltre, è indispensabile agire sull’accordo di programma e sulle strumentazioni a disposizione nelle aree di crisi” viene sottolineato ancora nel report. Questo mentre guardando al futuro – aggiunge ancora il dossier - quando la produzione a Melfi di cinque nuovi modelli sarà a regime “sarà di circa 260 mila vetture all’anno, che secondo la direzione aziendale dovrebbe saturare l’impianto“, previsione “che sarà tutta la verificare vista la situazione”. Per il segretario regionale della Fim Cisl, Gerardo Evangelista, “Melfi si trova in una delicata fase di transizione verso la produzione di cinque nuovi modelli elettrici e uno ibrido entro il 2026, un processo che richiede importanti investimenti e modernizzazione”. “Bisogna produrre i nuovi modelli anche in versione ibrida, perché potrebbero essere più appetibili per i clienti in questa fase di incertezza” aggiunge Evangelista concludendo che “permane la necessità di un piano industriale europeo per l’automotive».a.c

Un dato fortemente negativo che si lega al profondo rosso registrato da tutto il gruppo che ha perso il 31,7 per cento della produzione, con numeri in negativo, la prima volta, in tutti gli stabilimenti e perdite sia per le auto, sia per i veicoli commerciali
Giovedì 03 Ottobre 2024, 10:25