Sabato 06 Settembre 2025 | 11:09

Il giallo di Dora a Potenza: «Una tragedia che non va archiviata»

 
Mariapaola Vergallito

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Mariapaola Vergallito

Il giallo di Dora a Potenza: «Una tragedia che non va archiviata»

S'alza il grido di dolore della famiglia Lagreca in vista dell'udienza in programma il 18 gennaio. Il sostegno dell’associazione Penelope

Sabato 06 Gennaio 2024, 12:53

POTENZA - La triste vicenda della morte della giovane Dora Lagreca, avvenuta nella notte del 9 ottobre del 2021 a Potenza, è attesa ad un appuntamento importante: per il prossimo 18 gennaio, infatti, è prevista l’udienza in cui il Giudice per le indagini preliminari sarà chiamato ad esprimersi sull’archiviazione o meno del caso. Aveva 30 anni, Dora, lavorava in una scuola a Tito ed era originaria di Montesano sulla Marcellana, in Campania. Viveva nel capoluogo lucano e quella notte morì dopo essere caduta dal balcone, al quarto piano di un palazzo in via Di Giuria, nel Rione Parco Aurora, dell’appartamento del fidanzato, Antonio Capasso, da un’altezza di circa dodici metri. Secondo Capasso la ragazza si era lanciata dal balcone dopo una lite. La coppia aveva trascorso fuori la sera per poi rincasare intorno alla mezzanotte. Quindi: suicidio? Ma sarebbero tante, troppe, le incongruenze in seno alla morte di questa ragazza solare, come hanno sempre raccontato la famiglia e gli amici, che arricchiscono le motivazioni nell’opposizione all’archiviazione.

Una prima richiesta di archiviazione era stata avanzata dal Pubblico Ministero nella scorsa primavera. Ma il Gip aveva detto no dispondendo altri 8 mesi di indagine, con grande soddisfazione del legale che sta seguendo il caso, l’avvocato Renivaldo Lagreca.

Ma il GIP, in seguito a quella decisione, aveva anche chiesto di disporre una consulenza tecnica fisico-balistica utile a ricostruire le dinamiche della caduta della ragazza e di stabilire se tali dinamiche fossero compatibili con una condotta volontaria o con l’intervento di terze persone; una consulenza tecnica medico-legale per accertare (attraverso l’esame della documentazione sanitaria) se risultano sul corpo eventuali segni riconducibili ad una colluttazione avvenuta prima della caduta. Integrazioni fondamentali che, come si fa notare nell’opposizione all’archiviazione, sarebbero state sostanzialmente trascurate e solo apparentemente svolte. Approfondimenti indispensabili per stabilire in modo scientifico e non ipotetico-deduttivo le cause della morte di Dora.

Ora la famiglia Lagreca non sarà sola in questa battaglia, perché sarà affiancata da Libera e dall’associazione Penelope. Nelle scorse settimane, infatti, Gildo Claps, fondatore di Penelope e Marianna Tamburrino, referente del presidio potentino di Libera, hanno avuto modo di incontrare e parlare a lungo con la famiglia della ragazza.

«Ascoltando la ricostruzione dei fatti dalla sorella Michela e dalla mamma di Dora e leggendo le diverse deposizioni rese dall’ ex fidanzato- spiegano- abbiamo avuto chiaro da subito quanto siano stati sottovalutati numerosi indizi e comportamenti che, sin da subito, hanno portato gli inquirenti ad essere precipitosi nel dire che Dora si è tolta la vita di sua sponte.

Noi, alla luce dei tanti quesiti inevasi posti anche nella seconda opposizione all’ archiviazione, siamo convinti che abbiamo il dovere morale di restituire a Dora la dignità di persona, ma soprattutto il diritto alla ricostruzione della verità.

Un diritto fondamentale, insopprimibile, che appartiene alla vittima, alla sua famiglia, ma anche a tutti noi. Il Presidio Libera Potenza insieme a Penelope e nel rispetto del lavoro dei magistrati e delle forze dell’ordine, sarà vicino alla famiglia di Dora, con una presenza concreta. Non li lasceremo soli».

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