BALVANO - Sa anche di Basilicata la Nutella. Per il terzo anno consecutivo, nella crema da spalmare più conosciuta al mondo, ci sono infatti anche le nocciole lucane. Merito di un accordo del 2018 siglato tra Ferrero e la rete d’impresa «Basilicata in Guscio» che rientra nel più ampio «Progetto nocciolo Italia» promosso dalla multinazionale per ampliare il settore corilicolo su tutta la superficie nazionale. Una grande soddisfazione per gli imprenditori lucani alle prese con una coltivazione che richiede tempi d’attesa medio lunghi e che recentemente è stata messa alla prova da una serie di fattori avversi come i cambiamenti climatici, i danni procurati dalla fauna selvatica, l’aumento dei tassi di interesse sui mutui e l’impennata del costo delle materie prime.
«Raccogliere i frutti è sicuramente un momento di grande soddisfazione per chi lavora in agricoltura e soprattutto in quello della frutta in guscio - commenta Donato Lisanti, rappresentante della rete - la sfida non è ancora vinta e sappiamo bene che è solo una tappa del difficile cammino della costruzione del settore corilicolo nella nostra regione».
Incoraggianti sono comunque i numeri relativi al settore. «La tendenza relativa alla coltivazione degli impianti corilicoli lucani è comunque in ascesa - continua Lisanti - anche grazie al bando di filiera «Nocciole e Mandorle – Filiera Italia» finanziato dal ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali in una delle misure del Pnrr, di cui proprio la rete di impresa Basilicata in Guscio è capofila nazionale. Fondamentale, resta tuttavia la necessità di lavorare in rete, per superare il rallentamento strascico della pandemia e per sviluppare strategie comuni di sviluppo. «Da questo punto di vista ci stiamo muovendo principalmente in due direzioni: stiamo dialogando con gli altri comparti della frutta in guscio lucana quali quello delle castagne, delle mandorle e dei pistacchi per sviluppare sinergie comuni e scambiare know-how e best pratices e con le aggregazioni corilicole delle regioni a noi vicine, in particolare con Calabria, Sicilia e Campania, ma un ruolo strategico - ricorda Lisanti - può essere giocato dalle istituzioni e con l’emanazione di appositi bandi dedicati agli imprenditori che vogliono impiantare frutta in guscio come ha fatto, ad esempio, la nostra vicina Regione Calabria».