Il focus
Lagonegro, l'oasi nel dimenticatoio: nel Parco Giada morti due daini
La «riserva» è chiusa ma ci vivono circa cento animali. Prima era meta di scolaresche e turisti, poi lo stop, anche per via di inchieste giudiziarie
LAGONEGRO - Doveva essere una tra le riserve naturalistiche più apprezzate del Mezzogiorno. Ma l’oasi è sprofondata nel dimenticatoio, trascinando con sé gli animali superstiti di uno zoo che avrebbe dovuto attirare qui, nell’area sud della Basilicata, visitatori anche dalle regioni limitrofe.
Sul destino di Parco Giada, a Lagonegro, continua a campeggiare un grosso punto interrogativo. Prova a scuotere l’immobilismo che regna sul tema la consigliera di opposizione del Comune di Lagonegro, Concetta Iannibelli (Libertà e progresso).
Parla di un degrado imperante e segnala la morte di due daini, una femmina (per cause che sarebbero dovute alla setticemia conseguente al parto) e un maschio di due anni per il quale, invece, non è stato possibile appurare la ragione del decesso in quanto la carcassa dell’animale, al momento del ritrovamento, era in avanzato stato di decomposizione (come emerge dal verbale redatto dall'Azienda sanitaria che risale al primo giugno scorso). Iannibelli lascia intendere che i decessi possano essere il risultato di una scarsa attenzione (per usare un eufemismo) da parte degli attuali gestori rispetto agli animali presenti.
«Se vi fossero stati elementi sospetti rispetto a come sono trattati gli animali – sottolinea l'assessore comunale all'ambiente e al turismo Pina Manzolillo - l'Asp lo avrebbe sicuramente segnalato, invece non ci sono pervenuti rilievi di questo tipo».
L’episodio ha riacceso i riflettori su un’area che da decenni aspetta di ritornare ai fasti del passato. Il Parco Giada , infatti, che in passato era meta di moltissime scolaresche e tanti turisti, da tempo immemore è chiuso al pubblico, anche per via di una serie di inchieste giudiziarie (un paio tutt'ora in corso).
Chiuso sì, ma non disabitato. Infatti, al suo interno sono presenti più di 100 esemplari che, sebbene non sia consentito visitarli, essendo il parco chiuso, continuano ad essere accuditi dalla società che gestisce la riserva e a cui già per una volta è stato prorogato il contratto di gestione. Per le rimanenti strutture presenti all'interno del parco l'attività si è fermata ormai da anni.
Sala congressi chiusa, punto ristoro chiuso. E chiusi anche un campo da calcio a cinque e un campo da tennis. Insomma, un'area nella quale il tempo sembra essersi fermato e che attende da troppi anni che la clessidra dello sviluppo riprenda a scorrere. L'unica cosa certa è che dovrà essere pubblicato il bando di gara per la nuova gestione ed in particolare per l'accudimento degli animali. Non ci sono più orsi, tigri, leoni. Gli animali «superstiti» sono lama, pony, capre, daini, pavoni, cinghiali, emu, tartarughe, maiali vietnamiti, galline e struzzi.
«La nostra intenzione – spiega l'assessore Manzolillo - è quella di procedere con la gara piuttosto che rinnovare ancora una volta il contratto all'attuale gestore, anche perchè, secondo i nuovi orientamenti, non si possono prevedere proroghe».
Il bando è già pronto e prevede la riapertura del punto di ristoro e degli impianti sportivi e la gestione della sala congressi, oltre naturalmente alla custodia degli animali. Il Comune riscuoterà un canone annuo, i cui particolari sono in fase di definizione, come è in fase di definizione la durata del contratto. «In queste ore - spiega ancora Manzolillo – stiamo esaminando i dettagli della gara che sarà presto pubblicata». Il via per procedere alla pubblicazione sarà dato forse già agli inizi della settimana entrante. L'imperativo categorico è fare presto e bene, per evitare il pericolo che gli animali possano rimanere incustoditi. Ancora da risolvere poi la vicenda giudiziaria che ha portato al sequestro, nel mese di novembre del 2021, dei cinghiali e dei lama presenti nel parco Giada.
Animali che, secondo l'ipotesi dei magistrati, non potevano essere custoditi all'interno dello stesso parco. Insomma, un vero e proprio rompicapo che dovrà risolvere la nuova amministrazione comunale di Lagonegro. L'obiettivo immediato, almeno nei progetti, è quello di realizzare una fattoria didattica, mentre a lungo termine si pensa ad un centro studi naturalistico per rilanciare e valorizzare quella che oggettivamente , al momento, è da troppo tempo «un'oasi dimenticata». «Per il momento – evidenzia Manzolillo- siamo in condizione di procedere soltanto con il bando di gara. Nei prossimi mesi costituiremo un tavolo di confronto con amministratori e associazioni animaliste e ambientaliste, per affinare un'idea di oasi naturalistico - faunistica di nuova generazione. È stata valutata anche la possibilità di un coinvolgimento dell'Università di Basilicata e del Wwf. Ovviamente - conclude Manzolillo - si tratterà di ricercare bandi per il finanziamento».
Nel mese di novembre del 2021 gli animali furono messi all'asta dall'amministrazione dell'allora sindaca Maria di Lascio , poi però ci fu il sequestro di alcuni esemplari e la vendita non si concluse, con grande sollievo da parte di cittadini e animalisti che avevano giò dato vita ad una mobilitazione.