Il caso
Potenza, operaio morì sul posto di lavoro: condannata l'amministratrice dell'azienda
Un anno e sei mesi, il fatto avvenne nel Potentino nel 2018
POTENZA - - Il Tribunale di Potenza ha condannato per omicidio colposo ad un anno e sei mesi di reclusione (pena sospesa) Antonella Cafaro, l’amministratrice della Ageco, l’azienda di smaltimento di rifiuti di Tito (Potenza), nella quale il 26 febbraio del 2018 morì, schiacciato dai rulli del motore di una vagliatrice, Antonio Caggianese, un uomo di 27 anni di Potenza.
Oltre a Cafaro erano imputati nel processo anche il responsabile del servizio di prevenzione e protezione della società, Donato Scarano, il direttore tecnico, Giovanni Agoglia e l’amministratore della società che produsse il macchinario, Carmine Aliuzzi, tutti assolti per non aver commesso il fatto.
Il pubblico ministero, Sara Masecchia, aveva chiesto la condanna a due anni di reclusione per Scarano, e l’assoluzione - confermata in sentenza - per Agoglia e Aliuzzi. Il giudice, Rosario Baglioni, ha disposto, oltre alla sospensione della pena per Cafaro, il risarcimento del danno - stabilito in diecimila euro a testa - nei confronti delle tre parti civili, i genitori e la sorella della vittima, difesi dall’avvocato Daniele De Angelis.
Il processo si è basato su testimonianze e consulenze dei periti che hanno analizzato anche la vagliatrice. In particolare l'attenzione dei tecnici si è concentrata sul sistema di sicurezza installato sulla porta di accesso al vano motore del macchinario, dove si è verificato l’incidente.
«Non possiamo dire di essere soddisfatti, c'è delusione per l'entità della condanna. Il prezzo di una vita non ci sembra equo, purtroppo la legge è questa non possiamo che prenderne atto», ha commentato al margine della lettura della sentenza la sorella di Antonio, Giusy Caggianese.
«Leggeremo le motivazioni e capiremo in cosa il Tribunale ha rilevato un profilo di responsabilità del datore di lavoro e valuteremo sull'appello», ha detto l’avvocato di Cafaro, Leonardo Pace.