Il fatto

Potenza, è corsa all'olio d'autore

Giovanna Laguardia

In tanti hanno aderito al marchio Igp e al certificato «bio»

Potenza - Il futuro dell’olivicoltura di Basilicata ha il sapore della tracciabilità e della qualità. A pochi giorni dalla scadenza delle adesioni al sistema della Igp «Olio Lucano», fissato per il 30 giugno, si registra grande interesse degli olivicoltori per il nuovo marchio di qualità europeo. Non solo. Secondo quanto registrato dall’Oprol, l’organizzazione produttori associata alla Cia, hanno subito una vera e propria impennata le adesioni al biologico, tanto che oggi l’80% del settore olivicolo della Basilicata può fregiarsi del titolo «bio».

«L’Igp - spiega Paolo Colonna - presidente dell’Oprol - rappresenta una grande opportunità per le nostre produzioni di olio, anche se sicuramente la procedura è un po’ complicata e farraginosa. Per questo motivo lo scorso inverno abbiamo fatto una grande operazione di diffusione delle modalità di adesione. Per la prossima campagna olearia, usciremo con una nostra etichetta di Olio Lucano Igp Oprol, quindi una serie di adempimenti verranno effettuati direttamente dall’organizzazione, mentre le singole aziende dovranno occuparsi soltanto dell’adesione».

Il piano dei controlli prevede che per la prima adesione possano presentare la richiesta di adesione al sistema tutti gli olivicoltori che ricadono nella zona di produzione prevista dal disciplinare inviando la richiesta di adesione al sistema ad Agroqualità. La zona di produzione coincide con l’intera Basilicata, suddivisa in cinque ambiti territoriali: il Melfese (dove è già attoiva la Dop Vulture), la Collina Materana, il Melandro, il Pollino e il Metapontino. «Adesioni - spiega Colonna - stanno giungendo da tutti gli ambiti, anche se quelli più vivaci sono il Vulture-Melfese e la Collina Materana. C’è stato anche un incremento molto molto importante delle produzioni biologiche, che arrivano oggi a coprire l’80 per cento delle produzioni locali. Per promuovere al meglio l’olio di alcune aree con caratteristiche particolari dal punto di vista dell’ambiente e delle tradizioni, come il Pollino, stiamo anche pensando ad un ulteriore prodotto a marchio lucano, da inserire ad esempio nei Pat, i prodotti agricoli tradizionali».

La Igp lucano, dunque, nata da meno di un anno dopo una lunghissima gestazione (la registrazione ufficiale è del 28 settembre 2020) sembra adesso vantare ottime prospettive di sviluppo. Aiutata anche da una annata olearia che, a meno di clamorosi stravolgimenti climatici, si preannuncia davvero interessante per le produzioni. «Abbiamo avuto una eccellente fioritura - conferma Colonna e anche se in alcune zone nella seconda fase c’è stata un po’ di sofferenza per il caldo, dovremmo avere una annata eccellente, con un aumento del 70-80% rispetto alle 60mila tonnellate prodotte lo scorso anno, quando si registrò un minimo storico».

L’Olio extra vergine di oliva «Lucano» deve essere ottenuto dalle varietà seguenti varietà (da sole o congiuntamente): Acerenza, Ogliarola del Vulture (sinonimi: Ripolese o Rapollese, Ogliarola di Melfi, Nostrale), Ogliarola del Bradano, Maiatica, Nociara, Ghiannara, Augellina, Justa, Cornacchiola, Romanella, Carpinegna, Faresana,Sammartinengna, Spinoso, Cannellina, Cima di Melfi, Fasolina, Fasolona, Lardaia, Olivo da mensa,Orazio, Palmarola, Provenzale, Racioppa, Roma, Rotondella, Russulella, Scarpetta, Tarantina,Coratina, Frantoio, Leccino.

L’olio Lucano Igp, secondo quanto previsto dal disciplinare di produzione, è caratterizzato da colore compreso tra verde e giallo, fruttato medio, amaro medio e piccante medio, con eventuali note aromatiche di erba fresca, carciofo, pomodoro, mandorla o mela. La raccolta delle olive destinate alla produzione dell’Olio Lucano viene effettuata nel periodo compreso tra il 15 Settembre e il 30 Gennaio dell’anno successivo. La produzione unitaria massima consentita, per oliveti dai quali si ottiene l’Olio Lucano, non può superare 10 tonnellate di olive per ettaro. Le operazioni di oleificazione delle olive devono essere effettuate entro 48 ore dalla raccolta in impianti di molitura posti nel territorio amministrativo della regione Basilicata.

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