Il caso
Omofobia in Basilicata: Napoli si scusa, ma la mozione regge l'urto
Il Consiglio comunale della città di Potenza ha approvato una mozione che impegna il sindaco Mario Guarente a manifestare presso il Parlamento della Repubblica Italiana la più ferma opposizione all’approvazione del disegno di legge Zan contro l’omotransfobia e misoginia
POTENZA - Il Consiglio comunale della città di Potenza ha approvato con i voti della maggioranza una mozione che impegna il sindaco Mario Guarente a manifestare presso il Parlamento della Repubblica Italiana la più ferma opposizione all’approvazione del disegno di legge Zan contro l’omotransfobia e misoginia. Mary William ne aveva steso il testo, la proposta risale a due mesi fa, ma solo l’altro ieri è stata portata in Consiglio. Il Consigliere Michele Napoli, di Fratelli d’Italia, intervenuto per illustrare e sostenere la mozione, si è espresso, tra l’altro, in questi termini: «Diciamocelo con chiarezza, così usciamo dagli equivoci: l’omosessualità è contro natura perché contraddice la legge naturale della vita, il diritto naturale, che è un diritto sacrosanto, la differenza tra sessi e la riproduzione della specie».
A queste parole uno tsunami emotivo, in un misto di ideale e di ideologico, si è scatenato nella comunità potentina. Dopo le immediate prese di posizione contro le affermazioni di Napoli, di Morena Rapolla, Presidente Arcigay Basilicata, e di Antonella Giosa, Presidente Agedo, un susseguirsi di interventi di singole persone e di comunicati stampa di associazioni e politici hanno invaso i social, intesi a sottrarre la comunità cittadina al giudizio di omotransfobia. Il consigliere Napoli ha affidato ad un comunicato la sua posizione in merito, né ha voluto aggiungere altro, benché da noi richiesto di farlo, anche in considerazione della netta dissociazione delle forze di maggioranza dalle sue parole. Napoli ha dichiarato che nel corso del suo intervento per illustrare la posizione del gruppo di Fratelli d’Italia e per ribadire quali fossero le ragioni che ci avevano portato a presentare questa proposta contraria alla proposta Zan, ha usato delle espressioni, di cui è detto molto dispiaciuto.
«Mi scuso per aver espresso male alcuni concetti – ha dichiarato - e mi dispiace se le mie parole hanno offeso qualcuno». «Le parole di Napoli - ci ha dichiarato il sindaco Mario Guarente – non sono nel testo della mozione, sono solo sue esternazioni che non condivido. Preciso che sulla legge Zan si sta dibattendo in tutta Italia, e da destra e da sinistra si stanno esprimendo perplessità sul modo in cui è strutturata la legge, perché non garantisce possibilità di esprimere, se non a rischio di sanzioni, il proprio pensiero in difesa della famiglia tradizionale. Non contestiamo le pene su chi fa violenza motivata da orientamenti sessuali diversi, le condividiamo e, anzi, le vorremmo raddoppiate, ma, ribadisco, non è chiaro nella legge cosa si intende per libertà di espressione, oggi, in un tempo in cui si tende a perorare i diritti dei bisessuali, fino ai pansessuali, cosa accadrebbe se in una scuola pubblica o paritaria un insegnante volesse perorare la causa della famiglia tradizionale? Chiediamo, dunque, con la mozione, che continuo a sostenere, che il testo della legge venga migliorato nel senso di offrire maggiori garanzie di rispetto delle idee di tutti.
Io come amministratore e come persona sono favorevole alle unioni civili, sono stato l’unico Consigliere a partecipare alla giornata mondiale contro l’omofobia, ma non posso accettare il rischio che a essere discriminati siano quanti sostengono la famiglia tradizionale. Voglio precisare, per concludere, che le parole di Napoli non sono nella mozione, non lo avremmo consentito, l’amore non è mai contro natura. Capisco che una reazione immediata a queste affermazioni sarebbe stata importante, ma ciò non toglie nulla alla autenticità della mia forte contrarietà ad esse».