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Potenza, riparte la guerra sulla radioterapia «Via dal S. Carlo per salvare il Crob»

 
Antonella Inciso

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Antonella Inciso

Appalti al San Carlo  sei persone a processo

La proposta del consigliere della Lega, Zullino, riacuisce una polemica sopita

Mercoledì 14 Agosto 2019, 12:39

POTENZA - Ne ha per tutti. Gli amministratori regionali che nel passato hanno avvallato scelte in materia sanitaria« che non hanno funzionato, come con il modello di accentramento su Potenza». I medici, alcuni dei quali «agiscono secondo la tasca e non per scienza e coscienza». I politici del Centrosinistra che con le loro decisioni hanno fatto trovare il comparto sanitario «ai minimi storici». Massimo Zullino presidente della Quarta Commissione consiliare regionale si prende la scena della conferenza stampa sul bilancio dei primi 100 giorni dell’attività dei consiglieri regionali della Lega. E partendo dalle audizioni dei vertici sanitari regionali non solo punta il dito proprio sull’accentramento dei servizi sanitari sugli ospedali di Potenza e Matera, a discapito dei presidi più piccoli, ma lancia anche la sua idea per «salvare» l’Irrcs Crob, l’ospedale di Rionero che rischia di perdere l’accreditamento di istituto di ricerca. «Bisogna prendere decisioni drastiche. Il Crob lo vogliamo mantenere ? L’investimento della radioterapia sul San Carlo ha fatto invertire i numeri al Crob» spiega, lanciando l’idea di riaccentrare il servizio di radioterapia sull’ospedale di Rionero in Vulture.

Insomma, dopo aver denunciato come - dopo aver trasferito l’oculistica a Potenza - l’ospedale di Venosa stia perdendo l’utenza e come a rischio siano anche i presidi di Pescopagano e di Melfi, per alcuni reparti, il presidente della Quarta Commissione chiede di prendere decisioni nette sul futuro del Crob.
La sua idea, quella di riaccentrare la radioterapia sul presidio di Rionero chiudendo il servizio a Potenza, però, non convince l’assessore regionale alla Sanità, Rocco Leone, che lo stoppa subito.
«Assolutamente no- spiega Leone - per il rilancio del Crob è necessario che si riempia di contenuti la rete oncologica. I medici specializzati del Crob devono andare sul territorio a cercarsi i pazienti, altrimenti il rischio è che i pazienti oncologici vadano a curarsi fuori. È chiaro che due radioterapie a soli 30 chilometri di distanza possono sembrare strane ma la rete oncologica deve funzionare. L’Istituto oncologico si salvo perché lo riempiamo di professionalità, facciamo nuove assunzioni. Le apparecchiature della radiooterapia a Rionero sono datate hanno più di 20 anni vanno rinnovate. Vanno fatti investimenti su medici e attrezzature e lo ripeto - conclude Leone - i medici devono andare sul territorio a cercarsi i pazienti».

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