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Il provvedimento
Giovanni Rivelli
20 Ottobre 2018
La docente della Facoltà di Scienze Agrarie e Forestali dell’Università di Basilicata Simonetta Fascetti è stata condannata pagare alla stessa Università circa 30mila euro frutto di 11 incarichi esterni all’ateneo svolti senza la preventiva autorizzazione dell’amministrazione. Una condanna, per così dire, in due tempi perché dopo che l’amministrazione, a seguito i una verifica campione effettuata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, nel 2008, aveva ingiunto, come da norme, il versamento dei proventi all’amministrazione e poi, nel 2010, disposto il prelievo forzoso dallo stipendio la Prof aveva ricorso al Tar che, nel 2011, aveva confermato il provvedimento di prelievo in parte, escludendolo per la somma di 15.493,71 euro (ossia 30 milioni di lire del 2008) ricevute dalla Fascetti per l'incarico di studio per la redazione della Carta della vegetazione per l'Osservatorio Ambientale della Val d'Agri, conferito da Eni . il 23 gennaio 1998 e liquidato il 31 marzo 1998 che sarebbe caduto in prescrizione.
I giudici avevano però rigettato una richiesta di inammissibilità del ricorso presentata dall’Università, secondo cui l’impugnazione della docente era tardiva perché andava fatta nei 60 giorni dal provvedimento ingiuntivo del 2008 mentre venne presentato nel 2010. Un’eccezione respinta in primo grado (sulla scia di quella che i giudici di secondo grado hanno ritenuto una erronea qualificazione dell’atto impugnato) e invece ora accolto con la conseguente condanna a pagare all’università anche i rimanenti 15mila e passa euro avuti dall’Eni
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