Volontario dona suoi vestiti a profugo
BARLETTA - Era molto infreddolito e sporco per essere rimasto attaccato sotto un tir nel viaggio dalla Grecia alla Puglia ma felice per essere riuscito a sopravvivere: la drammatica storia dell’afghano ha commosso i volontari che lo avevano avvicinato nella stazione di Barletta per dare aiuto e uno di loro, Giorgio, alla sua prima uscita con l’unità di strada della Caritas, si è spogliato e gli ha regalato i suoi abiti. E’ accaduto nella fredda notte tra il 7 e l’8 gennaio a Barletta, in Puglia, regione attraversata in questi ultimi giorni da una ondata di maltempo, con neve e ghiaccio. La storia viene raccontata dal direttore della Caritas di Barletta, Lorenzo Chieppa.
«In 25 anni di volontariato, con le unità di strada, - racconta - non avevo mai assistito a nulla di simile, quella fra il 7 e l’8 gennaio scorsi è stata una nottata molto particolare, che non dimenticherò». Chieppa quella notte era il responsabile dell’unità di strada della Caritas e della Croce rossa, composta da volontari che, da dicembre scorso, escono per soccorrere i senzatetto e tentare di convincerli a trascorrere la notte nel dormitorio della Caritas cittadina.
E quella notte Giorgio, volontario, neanche 30 anni, alla prima uscita con l’unità di strada, si è spogliato dei suoi vestiti, nella stazione di Barletta, per donarli a un giovane profugo afghano, esausto, infreddolito e sporco.
«Abbiamo dovuto fermare Giorgio. - racconta il direttore della Caritas - Era come ipnotizzato, sembrava di assistere alla scena di un film: quel ragazzo gli raccontava quello che gli era successo e lui, uno alla volta, si è tolto gli indumenti che aveva addosso: prima il berretto e glielo ha dato, poi lo scaldacollo, e poi il maglione, e dopo il giubbotto e stava andando avanti».
«Faceva freddissimo - continua Chieppa - e abbiamo dovuto convincere Giorgio a coprirsi. Abbiamo riscaldato il giovane afghano, che abbiamo anche convinto a dormire da noi, dove ha potuto anche fare una doccia prima di andare via all’indomani, continuando il suo viaggio». Un viaggio - ha raccontato ai volontari - cominciato dall’Afghanistan e proseguito per la Grecia e da lì, in Puglia, in traghetto, attaccato per 48 ore sotto un tir, motivo per cui era sporco di grasso.
«Quel ragazzo tremava - racconta ancora Lorenzo Chieppa - ma raccontava la sua storia e sorrideva. Era felice: ce l’aveva fatta. Era vivo. E intanto Giorgio incredulo gli dava i suoi vestiti». Quella sera i volontari hanno continuato controllando la litoranea «Mennea», a ponente, dove stipato al gelo, sotto una coperta, in un parcheggio, c'era un senzatetto straniero: lui non ha voluto seguirli.
«Spesso non riusciamo a convincere queste persone a seguirci - conclude Lorenzo Chieppa - ma il nostro impegno è di essere vicini agli ultimi, soprattutto in queste notti così fredde».