CERIGNOLA - E se a San Ferdinando don Mimmo Marrone punta il dito sulle «orge politiche, militari e di potere», a Cerignola un altro sacerdote, don Pasquale Ieva, evoca il diavolo quando la processione di Gesù morto, il Venerdì santo, passa davanti a piazza Matteotti, davanti al teatro Mercadante, luogo abituale di ritrovo dei giovani cerignolani, lungo l’asse di viale Roosevelt.
Il giovane prete, nella veste di “animatore” della processione, constata la scarsa attenzione ed il relativo “rispetto” dei giovani al passaggio dei simboli della Pasqua e microfono alla mano tuona: «in questa piazza c'è il demonio».
Al di là delle rispettabili opinioni, capita sempre più spesso che un microfono, dei diffusori acustici ed una grande folla, provochino dei corti circuiti. Intanto, tra le innovazioni più recenti, non è che sia molto popolare la figura dell’”animatore” che pilota la riflessione e la preghiera durante la processione del Gesù Morto, quasi che si tratti di una radiocronaca, inframmezzata da autorizzazioni alla «banda a suonare».
La fede, la preghiera e la riflessione possono e dovrebbero essere un fatto intimo. Così come la partecipazione più o meno intensa al passaggio della processione, non può essere imposta. Tutt'al più proposta. Che i giovani non mostrino oggi la stessa intensa “partecipazione” ai riti della settimana santa dei loro genitori e i loro nonni, è forse un segno dei tempi, che deve far riflettere. Sarà pure amaro, sarà un mutamento dei parametri di riferimento, ma è la realtà. E stupisce che, in un contesto di cronico invecchiamento del clero cerignolano, la filippica sia venuta proprio da uno dei sacerdoti più giovani ed intelligenti che più di altri possono interpretare e capire questa involuzione.
I giovani della piazza cerignolana, hanno poi rivendicato il diritto a manifestare soggettivamente la loro fede e non hanno affatto gradito la strigliata del giovane sacerdote, sottolineando poi che la processione, davanti a “piazza Demonio” è passata per due volte e che al primo passaggio c'era stata una attenzione che si era fatalmente attenuata al secondo. Ma la polemica è scoppiata ugualmente.
Ed è finita fatalmente anche sulla piazza, tutt'altro che virtuale, di Facebook dove è stato subito creato un gruppo. «Quelli che si divertono in piazza demonio»: 215 membri, una ventina di contributi alla discussione, tra i quali spicca quello di uno dei 215 aderenti al gruppo: don Pasquale Cotugno, altro “giovane” prete e parroco di S. Giuseppe a Borgo Tressanti : «...A me piace la musica del Safarà» ...sono amico dei ragazzi del Supper. E ...sono prete». Se non è sconfessione alla filippica del collega, cos'è? Senza voler giudicare nessuno, se don Pasquale Ieva ha manifestato una visione “integralista” delle cose, bacchettando pubblicamente “i figli del demonio”, don Pasquale Cotugno, rappresenta l’altra faccia della medaglia: quella progressista ad oltranza. Sarà che di sera Borgo Tressanti è un deserto, ma lui in piazza “movida”, a Cerignola, ci sta di casa, abitualmente. Sicuramente anche lì farà il pastore di anime, magari si infiltrerà per stare con i giovani e cercare di capirli meglio, stando con loro e comportandosi come loro.
Ma se bevesse solo una birra con gli stranieri, regolari e no,sicuramente farebbe ugualmente bene il suo mestiere di pastore. Così come lo fa in occasione di feste e festicciole giovanili che di tanto in tanto promuove ed organizza nella parrocchia rurale. Insomma la Chiesa, con manifestazioni diversissime tra loro, dice la sua. E ognuno predica e interpreta il vangelo come gli pare. Con tutti i rischi annessi e connessi.
[Ant. Tufa.]