Lo show

Masterchef 10, Aquila vincitore con i profumi della Murgia

Marina Dimattia

Con Gravina nel cuore conquista la vetta del talent culinario

«Quest’anno prima di tutto ha vinto una bella persona». Mai prima d’ora tre giudici stellati del rango di Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli erano stati così in sintonia nel riconoscere a un concorrente un talento ancor più prezioso dell’abilità ai fornelli: la forte carica di umanità. Dietro l’incoronazione di Francesco Aquila, 34 anni, docente di sala bar e maître con sangue gravinese nelle vene e non pochi richiami al fascino di Johnny Depp, vincitore della decima edizione di Masterchef, c’è anche questa rara qualità. «Non hai mai negato un sorriso a nessuno, nemmeno nei momenti più bui e hai sempre offerto una mano a tutti- gli ha rammentato durante la finale lo chef Locatelli- tanto che più volte abbiamo dovuto ricordarti che le persone che stavi aiutando potevano togliere qualcosa a te. Ma tu niente, l’amicizia prima di tutto. L’amicizia che è un grande valore. La senti questa parola? Valore. Sembra una parola perduta, ma tu qua dentro l’hai rinvigorita. Questo è il tuo grande insegnamento qui a Masterchef».

Vissuto a Gravina fino all’età di tre anni, si è trasferito poi con i genitori a Bellaria-Igea marina (in provincia di Rimini) dove tutt’ora vive; ha frequentato la scuola alberghiera in Romagna e si è iscritto alla facoltà di Scienze Gastronomiche all’Università di Urbino abbandonandola, però, dopo qualche anno per lavorare in vari alberghi, anche a Londra e Bangkok. «Devo ancora metabolizzare e credere a quello che è accaduto, ma mi ha fatto tanto piacere che siano state esaltate le mie qualità umane e i miei valori: le origini, la famiglia con mia figlia al primo posto e l’amicizia», racconta Aquila, papà di una bimba di 4 anni, all’indomani della finale del talent show culinario. Ma a convincere i giudici c’è stato anche tanto altro. «Temevo di fare le valigie e invece sono riuscito a districarmi anche con il pollo in vescica e il collo di gallina», racconta sorridendo. Ribattezzato zio Bricco, il giovane chef ha portato tra i colleghi una ventata di simpatia e genuinità.

«Probabilmente il lavorare a contatto con i commensali e quindi come maître – riferisce - mi ha aiutato a gestire meglio il vulcano che era in me. Pensando che stessi parlando con i miei clienti, in tante occasioni durante la Masterclass sono riuscito a mantenere il self control e a dare il massimo». Oltre ad avere tutti i parenti a Gravina, Aquila nella prima portata della finale ci ha messo tanto della cultura gastronomica della città del grano e del vino. Il primo piatto presentato ai giudici, dal titolo «Tavola pronta», con gli ingredienti semplici, certezze sul tavolo dei suoi nonni, era composto da funghi cardoncelli stracciatella, pane, peperone crusco, borragine, origano e sfera di gazpacho pugliese. Tra i fan di vecchia data, anche un docente dell’Alberghiero di Altamura, Sergio Varvara. «In qualità di docente che forma e avvia i ragazzi a questa esaltante professione posso dire che Francesco Aquila ha vinto Masterchef soprattutto per la sua attitudine, dimostrando di avere tutte le qualità necessarie per essere un leader. Aquila in più è un personaggio che persuade e affascina».

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