L'intervista
Masterchef 10, fuori la cino-barese Jia Bi: «Sogno di unire due culture»
Il suo mix tra cavatelli e sapori d'Oriente ha conquistato tutto il pubblico dello show di Sky, ma la sua avventura è terminata a un passo dalla finale
Ha fatto sognare tutta la Puglia (e non solo), ma la sua avventura nella cucina di Masterchef Italia è terminata a un passo dalla finale per «colpa» di un panettone fatto con la tecnica dell’azoto liquido: Jia Bi, la traduttrice nata in Cina ma dal cuore barese (vive a Bari dal 2009 per amore) è stata tra i personaggi simbolo della decima edizione del cooking show di Sky, prodotto da Endemol Shine Italy (in onda ogni giovedì alle 21.15 su Sky Uno e disponibile on demand su Sky Go, e in streaming su Now Tv). Il mix tra Cina e Puglia di Jia Bi, tra cavatelli e sapori d’Oriente, e la sua risata contagiosa, hanno conquistato i tre giudici, gli chef Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli, ma la temutissima prova di pasticceria non le ha lasciato scampo.
Il suo congedo a fine programma è stato commovente, piangevano tutti.
«Mi sono emozionata anche io rivedendomi. È stata un’esperienza bellissima, ho sempre guardato Masterchef, e se i giudici vorranno andare a visitare la mia terra natia, farò loro da guida. Li porterò a fare un tour culinario, dallo street food cinese («schifezzine», come le chiama mio marito), ai ristoranti stellati. Lì però pagano loro!»
Ma oggi si sente più barese o più cinese?
«Come tutti noi nati a Shanghai, sono una persona che si adatta facilmente. Quando qualcuno mi dice che sono italiana, per me è un enorme complimento: ho sposato un barese che ha una mentalità molto aperta, la pasta è la sua salvezza e io a casa cucino pugliese, ma appena tornata da Masterchef è stato lui a pregarmi di preparargli piatti cinesi, era in astinenza!»
E di Bari cosa le piace?
«Il fatto che sia multiculturale: il clima è molto simile a quello di Shanghai, è una città tranquilla, pulita, c’è il mare, la gente è spontanea. E poi ovviamente la cucina: faccio sgagliozze, panzerotti, cartellate, e un riso, patate e cozze che a detta di mio marito è il migliore che abbia mai assaggiato»
Prossimi progetti?
«Il mio sogno è quello di diventare ambasciatrice di due culture che si incontrano. Unione di due culture e due cucine, alla fine il mondo è bello perché è vario, basta conoscersi per comprendersi. Solo così possiamo essere in pace»