BARI - Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, interverrà nell’aula della Commissione Difesa della Camera davanti alle commissioni Difesa di Camera e Senato sulla dotazione di personale e mezzi delle Forze armate in funzione della partecipazione alla missione dell’Unione europea a garanzia delle rotte commerciali sul Mar Rosso. L’audizione è fissata per giovedì 1 febbraio, alle 8.30.
Con il via libera del Consiglio dei ministri al disegno di legge che modifica alcuni passaggi della normativa sulle missioni internazionali, si apre ora una nuova fase della strategia militare italiana che potrebbe di fatto accelerare la partecipazione alle missioni in quelle aree dove sono già impegnati uomini e mezzi italiani. Come nel caso di specie del Mar Rosso, dove l’Italia è già presente con una fregata, il «Martinengo», e dove - prossimamente - dovrebbe prendere il via la nuova missione europea che nascerà per contrastare gli attacchi degli Houthi.
Secondo fonti della Difesa, le navi della Marina impegnate nell’attività di controllo delle rotte commerciali e deterrenza dagli attacchi ai mercantili, saranno due. Accanto alla fregata multiruolo e multimissione «Martinengo», unità navale già in teatro di operazioni e che dal prossimo 8 febbraio sarà al comando dell’operazione «Atalanta», la Marina sta pianificando di inviare un’altra nave che dovrebbe partecipare ad «Aspides», scudi. Potrebbe trattarsi di una nave gemella del «Martinengo», ma è più accreditata l’ipotesi secondo cui in partenza ci sarebbe un caccia della classe «Orizzonte», il «Duilio» molto probabilmente, dal momento che la nave gemella, il cacciatorpediniere «Doria» sta ultimando un ciclo di manutenzioni navali nell’Arsenale di Taranto. La scelta di un caccia non è casuale. Si tratta di unità navali molto simili alla «Fremm» già in zona di operazioni, queste ultime dotate di sistemi di difesa anti-aerea e di eliche di manovra prodiere che permettono all’imbarcazione una certa agilità anche in spazi stretti. Le capacità del «Duilio» ben si attagliano alla natura della missione, tanto più che la nave a bordo monta un radar di scoperta in grado di coprire una distanza ancora maggiore di quello di una «Fremm» per intercettare una eventuale minaccia che arrivi da terra, o dal mare sui barchini. La nave potrebbe dispiegarsi nell’area del Mar Rosso entro metà febbraio e operare insieme con le due «Fremm» già in operazione sotto comando nazionale (l’italiana «Martinengo» e la francese «Languedoc»). Il Martinengo, inoltre, dal prossimo 8 febbraio assumerà l’incarico di ammiraglia dell’operazione europea «Atalanta» che si sviluppa dal 2008 nel Golfo di Aden e nell’Oceano Indiano per contrastare la pirateria somala.
Il tempo stringe e gli armatori italiani fanno pressioni sul Governo chiedendo garanzie sulla sicurezza delle rotte commerciali. La crisi in atto in Mar Rosso infatti, oltre al rischio di un allargamento del conflitto in Medio Oriente, sta avendo pesanti ripercussioni anche sull’economia italiana. Tra novembre 2023 e gennaio 2024 Confartigianato ha calcolato in 95 milioni al giorno i danni per il commercio estero italiano a causa della situazione a ridosso del canale di Suez. Numeri che, secondo gli analisti, potrebbero avere pesanti conseguenze per la crescita dell’economia italiana. La missione, per l’Italia, è dunque più che mai necessaria. Roma, il cui export verso i Paesi dell’Asia è massiccio, potrebbe perdere 5,5 miliardi per l’azione degli Houthi. A ciò va aggiunto il rischio di un nuovo boom di prezzi: le assicurazioni per le navi in transito nel canale di Suez potrebbero raggiungere vette preoccupanti, l’alternativa è fare il periplo dell’Africa, con un impatto drammatico sui tempi dei trasporti.
Le regole d’ingaggio della missione saranno oggetto a Bruxelles del lavoro tecnico del Politico-Military Group (Pmg) e quindi del Comitato politico e di sicurezza (Cops). Sul comando generale la discussione è aperta: non è escluso che vada all’Italia come ha lasciato intendere lo stesso ministro della Difesa Crosetto in una recente intervista. Ma è anche possibile che sia francese. La partecipazione ad «Aspides» non riguarderà tutti. Oltre a Italia, Francia e Germania ci sono Portogallo, Grecia, Danimarca, Paesi Bassi. Una missione corposa, armata, destinata ad avere una sua durata che, quasi sicuramente, andrà ben oltre l’eventuale fine del conflitto in Medio Oriente. La missione «Aspides» che l’Ue sta preparando per difendersi dagli Houthi, coprirà un tratto di mare che va ben oltre il Mar Rosso, abbracciando un’area di navigazione che dal canale di Suez arriva fino allo stretto di Hormuz. Al momento nell’area che lambisce il golfo di Aden sono presenti due missioni. La prima è la già citata operazione «Atalanta», istituita nel 2008 contro gli attacchi dei pirati alle navi mercantili al largo delle coste somale. Missione alla quale partecipa l’Italia e al cui comando attualmente c’è la Spagna. La seconda operazione è la «Emasoh/Agenor», nata su iniziativa francese, attiva nello Stretto di Hormuz, tra la Penisola arabica e l’Iran e con un comando operativo ad Abu Dhabi. «Aspides» potrebbe usare navi, personale ed equipaggiamenti proprio della missione «Agenor», dando vita quindi ad un’operazione dal perimetro molto più largo.