In Basilicata

«Così vivevano a Metapontum»: 7 nuovi ambienti emersi dagli scavi

Alba Gallo

Sotto i muri e i pavimenti rinvenuti piccoli depositi contenenti statuette votive, vasi e resti di offerte vegetali e animali. «Abitare a Metaponto» è il nome di un progetto che sta portando alla luce l’edilizia residenziale dell’antica colonia achea campagna di scavo

«Abitare a Metaponto» è il nome del progetto che da tre anni a questa parte sta portando in luce l’edilizia residenziale dell’antica colonia achea. Condotto su concessione di scavo autorizzata dalla Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, sotto la supervisione della Direttrice Regionale Musei della Basilicata, arch. Annamaria Mauro, lo scavo si pone l’obiettivo di indagare archeologicamente uno dei quartieri abitativi della città di nuova fondazione achea, di comprenderne i modelli edilizi e definire le modalità insediative dell’abitato durante le sue fasi di vita.

«Una rilevante novità dal punto di vista scientifico, dal momento che la città è stata indagata pressoché esclusivamente nei suoi spazi pubblici (templi ed agorà)» - afferma la prof.ssa Maria Chiara Monaco, Direttrice della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera e del progetto, coordinato sul campo dal prof. Fabio Donnici.

Tanto nota l’area pubblica metapontina quanto sconosciuta l’edilizia privata, oggetto dell’attuale ricerca. Nonostante, infatti, il tessuto urbano fosse stato da tempo individuato e definito nei suoi isolati (rettangolari, lunghi e stretti), fino a due anni fa nessuna indagine aveva invece ed ancora approfondito le residenze private.

Giunti alla terza campagna di scavo, inizia così progressivamente a prender forma una delle case dell’antica Metaponto.

Sito nel cuore di una città estesa oltre 140 ettari, l’edificio si affaccia sul principale asse stradale («plateia III»), nel terzo isolato a sud dell’area pubblica.

Lo scavo, che non ha ancora raggiunto i livelli più antichi, fornisce un’istantanea della più recente storia della città, tra IV e I secolo a.C. e «sicuramente non si va oltre - chiarisce la prof.ssa Monaco - a causa del progressivo impaludamento dell’area. Ma l’obiettivo è raggiungere gli strati di età classica e arcaica, offrendo così un contributo alla ricostruzione delle più antiche fasi di vita di Metaponto, fin dalla sua fondazione».

Sette gli ambienti ad oggi individuati di un edificio la cui planimetria complessiva, congiuntamente alla presenza di eventuali piani superiori, resta ancora da definire.

Tre gli ambienti aperti sulla strada principale e riccamente affrescati nei toni del rosso, ocra, bianco, giallo e nero: «Probabile che almeno uno di questi vani sia stato una sala da banchetto, destinata ai simposi nella società greca riservati ai soli uomini», prosegue la docente.

Alle spalle dei tre vani, un cortile scoperto; a nord, un’area con funzioni produttive ove sono emerse scorie metalliche, contenitori per derrate, anfore ed un pozzo per la captazione delle acque.

Al IV e III secolo risalgono le diverse ristrutturazioni subite dall’edificio e rese note dalla stratigrafia e dalla presenza di rituali di fondazione: «Sotto i muri e i piani pavimentali – illustra Donnici – sono stati rinvenuti i resti di almeno tre rituali: si tratta di piccoli depositi contenenti statuette votive, vasi e resti di offerte vegetali e animali. Una sorta di "buon augurio" nel passaggio tra il vecchio e il nuovo».

A partire dal III secolo e con l’arrivo dei Romani, irreversibile sopraggiunse il declino della casa: una delle stanze affrescate divenne magazzino (di pochi giorni fa la scoperta di una decina di anfore di età tarda, addossate ad una parete); l'ambiente adiacente adibito a luogo di raccolta di materiali di spoglio (intonaci, cornici e tegole), destinati ad altro impiego: «Ricicli e riutilizzi, che pensiamo di stretta attualità, erano prassi comune del mondo antico: considerazione, questa, di cui dovremmo far tesoro», precisa il prof. Fabio Donnici.

Ignoto, allo stato attuale, il proprietario della residenza, probabilmente un agiato cittadino dell’antica Metaponto.

«Lo svolgimento di indagini archeologiche e l’apertura di saggi stratigrafici - dichiara la Direttrice regionale Musei della Basilicata, Annamaria Mauro - consentirà di acquisire nuovi dati finalizzati a nuove forme di fruizione e valorizzazione dell’area».

E conclude: «Lo studio dei materiali archeologici provenienti dallo scavo, la divulgazione e comunicazione del patrimonio archeologico alimentano costantemente la vita culturale del nostro Paese, contribuendo alla creazione di sempre nuova conoscenza che porta a nuovi percorsi narrativi».

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