La città che cambia
Le edicole a Matera? Ne sono rimaste appena una dozzina
E il numero rischia di assottigliarsi. Oltre all'uso dei new media, la grave crisi è generata da burocrazia, indifferenza e ignoranza. Lo sfogo degli operatori
MATERA - Ne sono rimaste solo una dozzina. Resistono nonostante tutto, diversificando il loro commercio. Perché sulla sola vendita di giornali, le edicole proprio non possono contare per i loro guadagni. Tant’è che almeno un paio di esercenti sono lì per cessare o cedere l’attività. Entro la fine dell’anno, purtroppo, l’elenco si accorcerà ancora. «Mi aggiungo anche io, che ormai ho deciso di vendere l’attività. Mi vedo costretta a farlo», dice Eugenia Cinnella, mentre indica il cartello che ha messo sulla vetrina del suo «L’angolo delle Notizie», in via Annunziatella. «È difficile continuare, nonostante abbia diversificato gli affari non legandoli solo alla vendita di giornali», continua la commerciante che è anche responsabile provinciale dello Snag, il Sindacato nazionale autonomo giornalai.
«Sembra una beffa che proprio io debba parlare in questi termini – evidenzia –. Ma ormai non riesco a coprire le spese di gestione, figuriamoci a pensare che possa pure guadagnarci. Oltre le utenze, ho il costo d’affitto del locale dove svolgo il mio lavoro. Avevo chiesto al Comune la possibilità di poter prendere in gestione il chiosco all’imbocco di via Marconi, chiuso da tanto, dopo che il collega si è visto costretto a rinunciare. Sto aspettando ancora di avere una risposta a riguardo». E poi aggiunge di essersi proposta tempo addietro all’Amministrazione comunale «per offrire il servizio di ritiro o stampa di documenti o certificati per gli usi dei cittadini, una sorta di sportello decentrato. Questo, su modello di quanto avviene in altre città specie del Settentrione, e anche alla luce di una convenzione che io, con il responsabile potentino dello Snag, Vincenzo Pepe, abbiamo siglato nell’ottobre 2020 con l’Anci di Basilicata. Al momento, però, la situazione appare se non in alto mare, quanto meno senza riscontri decisivi. Credo che aggiungendo io, come altri colleghi, un servizio del genere, i clienti che vorrebbero fruirne potrebbero essere invogliare anche a scoprire o acquistare una pubblicazione, come pure altri beni che proponiamo per arrotondare le nostre entrate».
Nel box in alto, l’assessora alle Attività produttive, Maria Pistone, fa chiarezza sulla situazione. Ma clienti e lettori, cosa pensano di chiusure di edicole e possibili servizi?
«La chiusura delle edicole è un fatto negativo, anche perché permane una buona parte di persone che si informa non dal web e dai social, anche perché magari non vi sanno accedere – afferma Antonio Clemente, dirigente sindacale del Sicet lucano –. Io sono un lettore di quotidiani e periodici e ritengo che non si possa prescindere da queste pubblicazioni, sono insostituibili come i libri, come pure le edicole quale luogo dove acquistarle. Che poi quest’ultime offrano servizi, ben vengano non solo per i loro guadagni».
«I nuovi media incidono tanto nella crisi delle vendite dei giornali cartacei – dice l’avvocato Pietro Quarta –. La chiusura delle edicole è una cosa triste, specie nelle zone periferiche, dove rappresentano un presidio importante per la diffusione delle pubblicazioni. Io leggo almeno un quotidiano e, sinceramente, andare alla ricerca delle edicole che restano ancora aperte non è proprio il massimo».