Trasporti e polemiche
«Filobus a peso d’oro»: a Lecce sotto accusa pure la Sgm
Ma D’Autilia ribatte: «Infrastruttura a costo zero che guarda al futuro»
A Lecce la mobilità urbana è diventata terreno di scontro politico e comunicativo, soprattutto attorno al filobus, simbolo di un progetto che per ora sta trasportando più polemiche che passeggeri.
La nuova campagna di comunicazione Sgm ha innescato la dura reazione dell’ex sindaco Carlo Salvemini e del consigliere di minoranza ed ex assessore Marco De Matteis, che vedono nell’iniziativa non solo una difesa forzata di una scelta tecnica discutibile, ma anche un tentativo di cancellare quanto di significativo, a loro dire, è stato fatto dalla precedente amministrazione.
Salvemini definisce la campagna un “autogol”, un messaggio che finisce per smentire Sgm stessa: «Da una parte si esaltano le virtù del filobus senza citare i possibili svantaggi economici e urbanistici già sollevati dal comitato referendario, dall’altra si ignora che molte delle azioni concrete per migliorare il trasporto pubblico sono già in atto, indipendentemente dall’attuale progetto».
Il quadro dipinto dall’ex sindaco è netto: 1,8 milioni di euro di costi aggiuntivi per la gestione del filobus, benefici incerti, un sistema più vecchio e meno flessibile rispetto a soluzioni più moderne come i bus elettrici «molto più diffusi in Italia e in Europa della filovia». Salvemini stigmatizza l’omissione di tutti quegli interventi strategici già deliberati e finanziati dalla precedente amministrazione: 10 chilometri di corsie riservate, microbus elettrici nel centro storico, nuove pensiline smart, orari prolungati, aumento della frequenza, 900mila chilometri in più di servizio.
Marco De Matteis rincara la dose parlando apertamente di «bugie e inganni», mettendo nero su bianco il lavoro portato avanti negli ultimi anni: la dismissione dei vecchi bus arancioni, l’incremento dell’utenza del 7,2% rispetto al periodo pre-Covid, l’ammodernamento della flotta con nuovi mezzi a metano, diesel euro 6 e, a breve, elettrici. «Tutto documentato negli atti approvati anche dalla nuova maggioranza», sostiene il consigliere di opposizione, che rivendica risultati concreti e pianificati, come i 2,4 milioni di chilometri complessivi ottenuti dalla Regione, il nuovo esercizio avviato nel 2022, l’hub intermodale da 29 milioni all’ingresso della città.
Dal canto suo, il presidente Sgm, Damiano D’Autilia, dice di non voler fare polemica: «Voglio solo spiegare il progetto ai cittadini». Poi, sottolinea come i tecnici coinvolti siano gli stessi nominati dalla precedente giunta, cercando di smontare così ogni tentativo di politicizzazione della questione: «Stiamo parlando di una grande infrastruttura a costo zero per la città, che guarda al futuro e si propone come un’eredità per le prossime generazioni. Qualcuno ha dei dubbi sulla sostenibilità del progetto, bene, sarà il Ministero a valutare (con i più autorevoli esperti), dopo accurate verifiche, se da qui a 20 anni la città potrà sostenerlo».
Eppure, le critiche non si placano. Il punto di frizione resta proprio nella comunicazione: secondo Salvemini e De Matteis, si omette volutamente di raccontare l’intero scenario, a partire dalle azioni già intraprese, e si disegna un futuro catastrofico in caso di mancato via libera al filobus. Una visione che i due ex amministratori respingono con forza, rivendicando risultati già tangibili, a fronte di promesse ancora tutte da verificare. La battaglia politica sul trasporto pubblico leccese va avanti, senza esclusione di colpi, sui media e a Palazzo Carafa.