LECCE - Continuano i controlli e le multe della polizia municipale sulla movida di San Cataldo, mentre nel cuore del capoluogo leccese le “ronde” degli steward stanno dando una sensazione di maggiore sicurezza. «Ci aiutano anche durante le chiusure: si mettono all’ingresso del locale per garantire che nessun malintenzionato si avvicini - spiega uno dei gestori dei locali di via Ascanio Grandi, nel cuore di Lecce - È certo, però, che la comunicazione allarmistica, troppi vincoli, troppa burocrazia hanno fatto male a tutti: stiamo lavorando molto di meno rispetto agli anni scorsi. Quando chiudiamo noi, il centro storico fa paura: è a disposizione dei malintenzionati».
Non è della stessa idea l’assessore alla sicurezza urbana, Giancarlo Capoccia, secondo il quale l’amministrazione Poli ha dimostrato che una movida sana è possibile: «Il centro storico comincia a cambiare volto. Stiamo parlando del cuore pulsante della nostra comunità: un luogo dove storia, cultura e vita si intrecciano ogni giorno. Un patrimonio prezioso che dobbiamo proteggere e valorizzare con orgoglio. Non accettiamo degrado, vandalismo o comportamenti incivili. L’assessorato alla Sicurezza urbana, che ho l’onore di guidare, lavora con passione e determinazione per rendere il nostro centro sempre più sicuro e vivibile». L’impiego dei 6 steward nelle vie più a rischio, sperimentato anche in altre città d’Italia, sta rendendo le notti più tranquille, secondo Capoccia.
I controlli della polizia municipale sono costanti, anche a San Cataldo. «Le forze di polizia sono in prima linea, con controlli costanti per garantire ordine e serenità - puntualizza l’assessore - Le ultime serate dimostrano che una movida sana è possibile, e che porta benefici a commercianti, residenti e visitatori». Mercoledì e giovedì gli agenti si sono presentati nuovamente nell’area mercatale della marina leccese e sono scattate ancora una volta le multe per il palco e per la sosta selvaggia di alcuni utenti dei locali. «Se uno vuole, una cosa la trova sempre, perché ogni ispezione ha un costo da coprire - spiega un addetto ai lavori - Se devi essere preciso, non devi fare nulla. Comunque, stiamo trasformando il palco in una pedana più piccola». Intanto, i fruitori sono diminuiti e mercoledì scorso, all’1 di notte, nella settimana più popolata dai turisti, la movida era già spenta a San Cataldo.
“I love San Cataldo” ha avviato un dialogo con una delle associazioni dei residenti, ma con l’associazione che ha protestato a Palazzo Carafa per un presunto disturbo alla quiete pubblica c’è stato un solo incontro ed è in campo la proposta di pianificare un rilancio della movida insieme a tutti gli abitanti della zona. Vanno bene questi controlli continui per i residenti più polemici: «Il vero problema è evitare che possa succedere qualcosa perché ci sono troppi ragazzi senza servizi sanitari e senza 118. Fosse per me farei un presidio permanente delle forze dell’ordine».
La richiesta di alcuni abitanti della marina leccese è di presidiare per garantire sicurezza, invece alcuni addetti ai lavori lamentano «continui controlli punitivi sui gestori, con chiamate preventive di una piccola parte di residenti». Gli eventi sono programmati per tutto agosto a San Cataldo: oltre alle tre iniziative del Comune (prolungamento della festa di Sant’Oronzo, Taranta e Locomotive jazz festival), ci saranno le feste dei gestori delle attività notturne. Poi, a settembre, la marina leccese ripiomberà nell’oblio di sempre, con il suo lungomare buio e spento.