Sedeva ogni domenica al primo banco, in abiti vistosamente provocanti, fissando il sacerdote e compiendo gesti plateali come, per cercare il contatto con lui, afferrargli le mani al momento dell’Eucarestia. Poteva sembrare solo una presenza sopra le righe, ma quella donna di 51 anni, diventata una figura fissa durante le celebrazioni, si è rivelata ben presto l’origine di un’ossessione durata oltre due anni. Una persecuzione che ha spinto il giudice per le indagini preliminari Giulia Proto a emettere nei suoi confronti, per l’ accusa di stalking, un provvedimento di divieto di avvicinamento al prete, con l’obbligo di indossare un braccialetto elettronico. Una vicenda da «Uccelli di rovo» in salsa salentina, che ha come teatro un comune del comprensorio fra Gallipoli e Casarano. Ma, a differenza del protagonista del popolare romanzo e della serie tv che spopolò negli anni ‘80, il sacerdote non era affatto disposto a cadere in tentazione. Si è ritrovato coinvolto suo malgrado in una escalation che ha via via assunto contorni sempre più inquietanti.
Tutto ha inizio nel settembre 2022. La donna comincia a seguire regolarmente le messe, mettendosi sempre in prima fila, cercando il contatto fisico con il sacerdote durante la comunione. Ma la sua presenza non si limita alla chiesa. Lo pedina nei suoi spostamenti, si apposta nel parco dove l’uomo va a camminare al mattino, lo segue anche durante momenti di svago o incontri privati.
Nel dicembre 2024 la situazione degenera. Una sera la donna lo segue mentre va a cena da un amico, poi - secondo quanto ricostruito dagli inquirenti - tenta di investirlo con l’auto. Quando lui esce, lei si avvicina agitando un rosario e urlando maledizioni. È da quel momento che il prete inizia a modificare le sue abitudini di vita: si chiude a chiave nel proprio studio, si fa accompagnare da amici fidati nei suoi spostamenti, evita perfino di tornare a casa dalla propria famiglia per timore di essere seguito.
Nonostante l’ammonimento del questore, notificato il 20 marzo 2025, la condotta della donna non cambia. Il 13 aprile, Domenica delle Palme, si avvicina nuovamente al sacerdote sul sagrato, cercando di raggiungerlo in mezzo alla folla. Tre mesi dopo, nella marina del Comune dove il parroco presta servizio come volontario per un’associazione, torna a farsi viva: insulta i presenti con frasi aggressive, attribuendo al prete comportamenti e intenzioni mai avuti. «Perché mi guardi e ridi? Non mi guardare, io non ti conosco», urla davanti a tutti. Poi fa allusioni a comportamenti che non sarebbero in linea con la condotta di un ministro della Chiesa.
Il provvedimento cautelare sottolinea le «condotte reiterate, con atteggiamenti molesti e minacce» che hanno generato un «perdurante e grave stato d’ansia» nella vittima. Una persecuzione fatta di presenze costanti, appostamenti, frasi sferzanti e comportamenti imprevedibili, al punto da alterare radicalmente la quotidianità del sacerdote.
Ora sarà il braccialetto elettronico a garantire il rispetto della distanza imposta. L’indagata, assistita dal proprio legale, l’avvocato Biagio Palamà, dovrà anche difendersi dalle accuse.