L’amministrazione Poli Bortone vuole dare un’accelerata al progetto del porto turistico, con più di 500 posti barca (di medie dimensioni) e 400 parcheggi, con un investimento di 25 milioni di euro: una svolta per San Cataldo che però dev’essere concordata con la Soprintendenza. «L’obiettivo è superare la funzione di mera infrastruttura portuale con un progetto di riqualificazione integrata del paesaggio costiero con opere di mitigazione per tutelare l’ecosistema marino - spiega l’architetto Alfredo Foresta, autore del progetto - Lo schema progettuale reinterpreta l’archetipo dei trabucchi e di tutte quelle architetture del mare puntuali che disegnano il sistema costiero senza occluderlo e propone un forte a mare nello specchio d’acqua antistante l’attuale darsena, posizionato a circa 150 metri dalla costa e collegato a terra attraverso pontili su palafitte che superano il sistema dunale».
L’installazione della palafitta caratterizza l’ancoraggio a mare dell’intera struttura. La scelta di un forte a mare garantisce un pescaggio naturale di 15-20 metri, evita il dragaggio, non occlude il passaggio delle correnti marine con un ricambio dell’acqua diretto, protegge l’erosione della costa con il suo orientamento in relazione ai venti e permette la balneazione nella parte prospiciente la duna perché esterna all’area portuale. L’immagine è quella di una «piazza sul mare con camminamenti, gradonate a sfioro sull’acqua, slarghi e belvederi, infrastrutture di servizio e turistiche». Nell’attuale darsena rimangono i 200 ormeggi già definiti per le piccole imbarcazioni e il sistema direzionale e ricettivo collegati al porto. Le infrastrutture a terra recuperano lo sciatto slargo del monumento al marinaio e la vicina pineta già fortemente antropizzata con la presenza del depuratore, infrastrutture e residenze. Il progetto prevede 1400 mq di yacht club, servizi commerciali, ricettivi e di rimessaggio, capitaneria di porto, sistemi integrati di mobilità. L’area del cantiere nautico è a 500 metri dal porto.
«La sostenibilità dell’intera struttura è garantita con un sistema fotovoltaico che funge anche da ombreggiante alla piazza sul mare e ai relativi parcheggi che copre circa 15.000 mq e produce una comunità energetica di circa 200.000 kW annui - aggiunge Foresta - Con un porto turistico si supera il limite dell’attuale darsena con l’opportunità di dotare il nuovo approdo anche di tecnologie innovative come l’idrogeno, così come previsto nel Piano Nazionale di Sviluppo-Mobilità Idrogeno Italia».
L’amministrazione Poli Bortone vuole dare vita alla riviera leccese: questo significa incidere sul piano urbanistico per ricongiungere la città al suo mare, edificare infrastrutture per attività e per il turismo. C’è l’intenzione di dare «una dimensione urbana della strada Lecce/San Cataldo, «attraverso il recupero dell’abbandono dell’agro circostante e del confuso e diffuso edificato esistente in un disegno del paesaggio costruito e sostenibile». Prende forma la “progettualità” della campagna elettorale: vengono svelati i progetti.
Il progetto del porto turistico punta a un ecosistema urbano di 200mila abitanti che racchiude non solo la città di Lecce ma anche le dieci municipalità al contorno. Insieme al progetto moderno, un porto all’avanguardia sul mare leccese, c’è l’idea del recupero dei resti del porto romano, con la possibilità di farlo ammirare ai tanti turisti che affollano le nostre coste (con le barche per le escursioni con il fondo di vetro). Contestualmente un piano di rigenerazione della campagna prevede il recupero dei borghi esistenti in una dimensione di sostenibilità dei villini ottocenteschi dei viali cittadini. «Il nuovo edificato interpreta la tipologia di vicinato con l’edificazione del nuovo quartiere alte/corti, limita il consumo del suolo, si apre al paesaggio agricolo e recupera l’altezza per traguardare l’orizzonte del mare riproponendo il valore delle terrazze e dei giardini pensili della città di Babilonia», conclude Foresta.