Sabato 06 Settembre 2025 | 02:51

Movida a Lecce, il Tar stoppa la sindaca Poli Bortone: sospesa la chiusura anticipata per i locali

 
Gaetano Gorgoni

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Gaetano Gorgoni

Movida a Lecce, il Tar stoppa la sindaca Poli Bortone: sospesa la chiusura anticipata per i locali

I giudici: «Disparità di trattamento rispetto agli altri esercizi del centro storico» Accolte le istanze dei locali di via Ascanio Grandi e via Maremonti

Venerdì 06 Giugno 2025, 13:23

I giudici amministrativi hanno sospeso la contestata «ordinanza ammazza-movida», che anticipava le chiusure dei locali nelle vie Ascanio Grandi e Maremonti. Per l’amministrazione Poli Bortone è stato un fulmine al ciel sereno. L’ordinanza «contingibile e urgente», secondo il Tar di Lecce, non è utilizzabile in questa situazione perché ci sono già gli strumenti ordinari per intervenire.

Il sindaco Adriana Poli Bortone, su sollecitazione dei residenti, del prefetto e delle forze dell’ordine, aveva imposto l’obbligo di chiusura per i pubblici esercizi e i distributori automatici operativi in due vie considerate «a rischio», dal lunedì al giovedì dalle ore 23 alle ore 6 e dal venerdì alla domenica dalle ore 24 alle ore 6. Da ieri sera l’obbligo decade, insieme al divieto di rilascio di nuove concessioni di suolo pubblico con dehors, tavoli, sedie e ombrelloni.

Il Tar di Lecce, sezione terza, presieduto dal giudice Enrico d’Arpe e dall’estensore Mariachiara Basurto, ha accolto le istanze cautelari proposte da Mari S.r.l., società titolare del lounge bar “MiVida” di via Maremonti, difesa dall’avvocato Daniele Montinaro, e da altri due locali dell’area. Le spese sono state compensate.

L’ordinanza del Tribunale numero 550 del 2025 ha chiarito che «il potere di urgenza può essere esercitato solo al fine di affrontare situazioni aventi realmente carattere eccezionale ed imprevisto, costituenti concreta minaccia per la pubblica incolumità e per le quali sia impossibile utilizzare i normali mezzi apprestati dall’ordinamento giuridico, ad esempio: mediante la doverosa intensificazione della vigilanza e dei controlli mirati delle (varie) forze di polizia (peraltro, recentemente, incrementati a livello interforze per iniziativa della Prefettura di Lecce)».

Solo quando i mezzi ordinari non sono sufficienti, «previo accertamento istruttorio», si può intervenire con un’ordinanza contingibile e urgente. Inoltre, i giudici hanno scritto nell’ordinanza che imporre un orario diverso per sole due vie crea «evidente sproporzione ed illogica disparità di trattamento rispetto agli altri esercizi pubblici del centro storico (anche) ubicati nelle immediate vicinanze».

«Eravamo convinti della fondatezza del nostro ricorso, sia riguardo allo strumento utilizzato dall’amministrazione e sia per l’assoluta irragionevolezza dell’ordinanza che evidenziava una evidente sproporzione ed illogica disparità di trattamento tra pubblici esercizi - ha commentato l’avvocato Daniele Montinaro - I titolari dei locali sono i primi interessati a che gli eccessi e le problematiche della cosiddetta “movida” siano in qualche modo risolte ma ciò può avvenire credo solo con una intensificazione della vigilanza delle forze dell’ordine e soprattutto mettendo in campo una concertazione con gli esercenti interessati a un compromesso che tuteli tutti gli interessi in gioco e non certo con azioni repressive e sanzionatorie nei confronti dei locali. Quell’ordinanza discrimina i gestori di due sole strade rispetto agli altri e inoltre è insufficientemente motivata. Infatti, i disordini che hanno spinto il Comune a intervenire, su sollecitazione della Prefettura, possono essere contenuti con interventi di polizia e di presidio del territorio, senza penalizzare attività economiche che non hanno alcuna responsabilità».

L’udienza pubblica di merito è fissata per il 13 gennaio 2026. Intanto il sindaco, come riportiamo a parte, ha fatto sapere che non si opporrà a questa ordinanza. Da ieri, i titolari di via Ascanio Grandi e via Maremonti hanno potuto seguire gli stessi orari dei colleghi che si trovano nelle altre vie.

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