LECCE - In provincia di Lecce abbondano i frequentatori delle biblioteche pubbliche, ma il Salento conquista la maglia nera per la mortalità dovuta a tumore, demenze e malattie del sistema nervoso negli over 65. In più l’aspettativa di vita (in Puglia 82,8 anni) non ha ancora recuperato i livelli pre Covid e la provincia di Lecce registra il maggior peggioramento (-0,4 anni) pur mantenendosi poco al di sopra della media-Italia insieme a Barletta-Andria-Trani. Pollice verso anche per il capitolo istruzione dove è bassa la media dei diplomati e dei laureati, oltre che bassa la percentuale di servizi scolastici nella fascia d’età 0-12 anni. Il bollino lo dà Istat nel focus 2024 sul Bes (Benessere equo e sostenibile) dei territori. Ma ci sono anche le buone notizie: sul fronte del benessere economico a Lecce lo stipendio medio è maggiore rispetto alle altre province pugliesi (oltre 1.200 euro), preceduta solo da Bari dove si registra la più alta retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti (18.034 euro). Bene anche il comparto museale. Nel report Istat è precisato che: «La provincia di Lecce, che ospita il 21,4% delle strutture museali pugliesi, ha attratto quasi 192mila visitatori (il 17,6% del totale regionale), registrando una media di circa 7.100 visitatori per museo. Nel Leccese, la percentuale di stranieri che visitano il patrimonio disponibile raggiunge il 34,7% del totale. Il Museo Diocesano di Lecce è la struttura più visitata della provincia, con quasi 80mila presenze totali».
Nella provincia di Lecce ottima anche la situazione delle biblioteche. Sono il 27,2% della regione e per Istat sono tra le più organizzate e più frequentate della regione: «Nel Leccese, dove sono disponibili 2,4 posti per la lettura ogni 1.000 residenti, le biblioteche hanno registrato in media 208 giorni di apertura ed un numero medio di 22.210 ingressi per biblioteca, il valore più alto a livello provinciale e ampiamente superiore alla media del Mezzogiorno e di quella nazionale».
Non brilla, la provincia di Lecce, per i servizi online nella pubblica amministrazione. I Comuni con servizi interamente online per le famiglie sono 53 contro i 97 che compongono la provincia, a fronte di Brindisi dove l’84,6% dei Comuni ha digitalizzato i servizi rivolti alle famiglie. Lecce è ultima tra le province pugliesi. Per quanto attiene alla qualità dei servizi, rispetto al 2019, la maggior parte degli indicatori mostra un miglioramento, ma a livello provinciale peggiorano Bari e Lecce per la qualità del servizio elettrico e Foggia per l’offerta di trasporto pubblico locale, la disponibilità di posti letto negli ospedali e l’emigrazione ospedaliera.
Altra debolezza nelle infrastrutture riguarda la rete internet ultraveloce dove la copertura riguarda solo il 28,9% del territorio, la percentuale più bassa fra tutte le province pugliesi che comunque non hanno la copertura totale: il miglior risultato è della Bat al 70,6%.
Sul fronte salute il Leccese mostra un dato di emigrazione in altra regione più alto della media pugliese (9,2%) attestandosi al 9,3%. Istat certifica la carenza di specialisti: gli organici sono al di sotto della media nazionale e regionale: 26,6% in provincia di Lecce, 30,6% in Puglia, 33% nel Mezzogiorno, 34,1% in Italia. Solo Bari e Foggia, grazie alla presenza del Policlinico e degli Ospedali riuniti, hanno la media più alta di quella regionale, rispettivamente: 38,7% e 34%. Anche i posti sono al di sotto della media regionale attestandosi a 29,6 ogni 20mila abitanti contro il 30,4 della Puglia.
















