Il dibattito

Impianto Biometano a Lecce, il caso in Consiglio

Gaetano Gorgoni

Il sindaco Poli Bortone: «Ascolteremo le opinioni di tutti prima di decidere»

LECCE - Mentre il centrosinistra chiede la convocazione di una seduta straordinaria del consiglio comunale, la linea della maggioranza di centrodestra leccese sull’impianto a biomasse in zona «Cafore» non cambia nemmeno dopo l’appello del presidente nazionale del Fai, Marco Magnifico, che in un’intervista alla «Gazzetta» ha giudicato incompatibile un insediamento simile di fronte all’abbazia di Cerrate.

Il responsabile del Fondo Ambiente Italiano ha rivolto un appello al presidente della Regione Michele Emiliano e al sindaco Poli Bortone per preservare l’identità di un «Luogo del cuore» e di un’intera area che in 12 anni sono rinati.

Il governatore Emiliano non è entrato nella vicenda specifica, ma ha chiarito al telefono che si sta procedendo per individuare le macroaree dove si potranno edificare gli insediamenti per le fonti rinnovabili preservando il paesaggio. La legge del governo nazionale 199/2021, riconvertita nel «decreto energia», è già operativa, ma le Regioni stanno entrando nel dettaglio individuando le «zone compromesse» dove si può operare, escludendo la possibilità di edificare impianti energetici altrove.

Non scopre le carte nemmeno Adriana Poli Bortone, che annuncia di voler incontrare presto il presidente del FAI e il sindaco di Surbo, Ronny Trio, per ascoltare con attenzione le loro ragioni e le loro richieste.

«Ascolterò tutti prima di esprimermi: oggi non possiamo prendere una posizione senza che si concluda questa fase di ascolto e che si esprima anche la Soprintendenza - puntualizza il sindaco di Lecce - Non lontano da lì Salvemini aveva dato il via libera a un impianto pubblico per il compostaggio dei rifiuti. Ho dovuto affrontare una serie di riunioni lunghe e faticose fino a sera. C’è tanto lavoro su tutti i fronti, quindi non è stato possibile incontrare subito il presidente del FAI, ma a breve ci vedremo».

La posizione della maggioranza resta cauta, come già chiarito nelle commissioni convocate a Palazzo Carafa. La linea della cautela non impedisce al sindaco Poli Bortone di lanciare una frecciatina: «Certo che Surbo, che ora si dice contrario, poteva evitare di autorizzare un altro impianto, che è già sorto da quelle parti. Noi non ci esprimiamo, non diciamo di voler fare l’impianto, vogliamo ascoltare le soluzioni che vengono suggerite per non danneggiare chi vuol fare qualcosa di lecito, che può creare economia».

Secondo il sindaco, più che dire sì o no bisogna offrire soluzioni.

L’impianto della società romana Agrienergia circolare 6 dovrebbe essere edificato su un terreno di 7 ettari già acquistato dalla committente. Il territorio appartiene al Comune di Lecce, anche se l’area è al confine con quelli di Surbo e Trepuzzi (oltre a Trio si è detto contrario anche il sindaco di Trepuzzi Giuseppe Taurino).

Nel progetto depositato negli uffici comunali la centrale dista (secondo i rilievi fatti dai tecnici del Comune di Lecce) solo 540 metri dall’abbazia di Cerrate, bene storico-culturale che svetta all’interno di un paesaggio rurale popolato da masserie ristrutturate e trasformate in strutture ricettive che esaltano la tipicità della campagna salentina. La preoccupazione che ha fatto insorgere il centrosinistra leccese è basata sul fatto che il traffico di camion e l’impatto odorigeno e paesaggistico potrebbero danneggiare un’area popolata dai sempre più numerosi «turisti slow». L’opposizione compatta, dopo aver espresso un secco «no», ha chiesto la convocazione del Consiglio comunale per la trattazione del seguente punto all’ordine del giorno: «Istanza Procedura abilitativa semplificata per il progetto definitivo per la realizzazione di un impianto di digestione anaerobica per la produzione di biometano da 500 Sm3/H da immettere in rete Snam da realizzare nel Comune di Lecce, presentato dalla ditta Agrienergia circolare 6 Srl». Il dibattito torna in aula, a Palazzo Carafa.

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