LECCE - Le associazioni hanno lanciato già l’allarme da tempo: quotidianamente giungono richieste di supporto per anziani non autosufficienti e disabili gravi, a causa della ormai cronica insufficienza di posti letto, per il ricovero in ospedale o in Rsa. Anche i vertici regionali hanno ammesso il grande gap con il Nord, dove ci sono migliaia di posti in più a parità di popolazione. In provincia di Lecce, nelle residenze sanitarie assistenziali i posti letto scarseggiano: i vertici sanitari si sono mossi per aumentarli di oltre mille unità, ma la burocrazia non è riuscita a fare in fretta. Su 1.100 nuovi posti ne sono stati accreditati circa 700. Sono circa 400 i posti che dovrebbe sovvenzionare la Regione e che nel Salento risultano non assegnati, «vacanti». A questi bisogna aggiungere 100 altri «posti residuati», cioè ancora da riassegnare perché appartenevano a strutture che hanno chiuso.
«Siamo al di sotto del fabbisogno anche nella città di Lecce: mancano centinaia di posti all’appello», sottolinea il consigliere delegato all’Ambito sociale e presidente del Consiglio comunale, Bernardo Monticelli Cuggiò. La strada per ottenere i posti in convenzione è lunga: bisogna ottenere autorizzazione all’esercizio, accreditamento e accordo contrattuale.
Molte famiglie sono costrette a farsi carico delle spese sanitarie e delle «quote alberghiere» perché in attesa di un posto pubblico. Un anziano non autosufficiente con determinate problematiche non può essere affidato a una badante (si pensi a un malato grave di alzheimer con comorbidità), perché certe cronicità devono essere gestite da centri idonei e strutture di medicina territoriale in grado di decongestionare gli ospedali.
«Chiediamo che vengano accelerate le procedure di accreditamento e contrattualizzazione in tutta la regione per le strutture che sono ancora in attesa e per quelle strutture dotate di posti letto autorizzati in via definitiva all’esercizio», chiosa Antonio Perruggini, presidente di Welfare a Levante.
A breve le associazioni dei pazienti non autosufficienti dovrebbero ottenere un incontro con il direttore del Dipartimento di promozione della salute della Regione, Vito Montanaro, che ha dichiarato di voler attuare il provvedimento della giunta regionale del 2023, che aumenta i posti letto nelle Rsa pugliesi. A Lecce è ancora in corso il procedimento istruttorio delle domande per il rilascio del parere di compatibilità (Rea 2) presentate nel 2022. Le lungaggini burocratiche sono insostenibili, tanto che le associazioni temono che si apra la stagione dei licenziamenti, con tutto quello che ne deriva per la qualità del servizio.
Alcuni propongono che si proceda ad allargare i posti in convenzione nelle strutture già accreditate, in attesa che vengano accreditate le altre. L’idea è di consentire alle Rsa già convenzionate di emettere delle dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà per mettere a disposizione automaticamente più posti letto: un modo per imprimere un’accelerata, visto che tutto va a rilento anche sul fronte degli adeguamenti tariffari.
Infatti, le tariffe non sono state ancora adeguate, come è avvenuto in tante altre regioni, soprattutto al Nord: attualmente le risorse concesse dalla Regione Puglia si basano sulla situazione del 2019, quando ancora non era scoppiato il Covid e due guerre che hanno fatto schizzare in alto costi. Nel frattempo, alle Rsa è stato chiesto di assumere più personale. La situazione, anche a Lecce, è diventata esplosiva.