GALLIPOLI - Si compongono le tessere del mosaico sul presunto centro di potere che negli anni scorsi ha mirato a «mettere le mani» sul turismo cittadino. In attesa della prossima udienza, fissata per il prossimo 25 giugno nell’aula bunker del carcere di Lecce, il giudice per le indagini preliminari Angelo Zizzari, fatte salve le successive valutazioni, ha aderito all’istanza di citazione dei responsabili civili, tra cui il Comune, avanzata dai difensori in atti di costituzione di parte civile.
Va ricordato che per le vicende che hanno come scenari Gallipoli e Porto Cesareo, gli inquirenti hanno contestato irregolarità a ben 51 persone, accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere, reati edilizi e contro la pubblica amministrazione, accesso abusivo al sistema informatico.
Il filone gallipolino dell’indagine, svolta dalla Guardia di finanza con la direzione del pm Alessandro Prontera, ruota intorno all’imprenditore 57enne Cesario Faiulo di Casarano e al 46enne ex-assessore al turismo Emanuele Piccinno di Gallipoli. Il loro «sodalizio» avrebbe puntato a condizionare scelte comunali relative a turismo ed edilizia. Porto Cesareo è invece interessata alla dismissione di beni dell’Ersap-Ente regionale di sviluppo agricolo della Puglia, per la quale avrebbe operato un ex funzionario del cosiddetto Ente Riforma di Lecce, il 69enne Angelo Vincenzo Salvatore Fasiello di Vernole.
Altre accuse riguardano professionisti, imprenditori, funzionari di amministrazioni pubbliche e due carabinieri; avrebbero posto in essere un’attività associativa illecita, atta a procurare reciproci benefici.
Parte civile, si sono costituiti 23 acquirenti in buona fede di alloggi che fanno parte di un immobile situato a Gallipoli – 22 persone fisiche ed una società – che gli inquirenti hanno valutato non rispondente agli strumenti urbanistici vigenti ed in conseguenza sottoposto a sequestro penale. I loro legali – gli avvocati Ezio Garzia, Carlo D. Portaccio, Marco Costantino, Cristiano Solinas, Antonio Aventaggiato, Paolo Gaballo, Stefano Zurzolo, Fabrizio Ferilli, Alessandra A. Luchina, Luigi Pastore, Angela Stasi, Alfredo Caggiula, Giancarlo Raco, Tommaso Marrazza, Giovanni Bellisario, Domenico Piccolo, Fabio Vitale e Liborio Cataliotti – hanno chiesto di citare quali responsabili civili la società Fama con sede a Casarano, di cui è amministratore unico Faiulo, e il Comune di Gallipoli, quale datore di lavoro di dipendenti coinvolti nell’indagine.
Il Comune è anche parte offesa, ma, come già pubblicato dalla «Gazzetta», non si è costituito parte civile. Ciò è ora contestato dal capogruppo consiliare di opposizione di «Gallipoli Futura», Flavio Fasano. Questi rimarca come, dopo avere a suo tempo difeso l’onestà e trasparenza dell’amministrazione, il sindaco Stefano Minerva non si sia poi costituito. Ciò, benché gli anzidetti acquirenti abbiano chiesto che il Comune risarcisca i danni da loro subiti e con il rischio, valuta Fasano, che la mancata tutela possa tratteggiare anche il danno erariale.