MAGLIE-MELPIGNANO - Lo Stato ha scelto Cucinella Architectcs per disegnare il Padiglione Italia nell’ambito dell’Expo 2025 di Osaka, di contro la Asl di Lecce non ritiene fattibile il suo progetto per l’ospedale da realizzare tra Maglie e Melpignano.
Qualcosa sembra non quadrare ed è durissima la reazione del Comitato spontaneo pro ospedale Sud Salento rispetto alla annunciata volontà della Asl Lecce di procedere a una riprogettazione del nuovo nosocomio. La Asl giudica difficilmente realizzabile perché troppo costoso il progetto di Cucinella Architects. Uno caso singolare, perché quel progetto fu approvato senza se e senza ma dalla Regione e fu poi presentato in consiglio comunale a Maglie dallo stesso presidente Michele Emiliano.
«Le grandi difficoltà - questa la posizione del Comitato - manifestate dalla Asl, per la realizzazione del nuovo ospedale Sud Salento, tanto da dare corpo a soluzioni che vanno dal partenariato, alla riduzione della struttura, con privatizzazione di molti servizi, ci vedono totalmente contrari. Tutto questo ci fa pensare che non è stato “un fulmine a ciel sereno” ma una crisi preparata da tempo. Basti pensare al progetto dei “Cucinella Architetti” lodato per l’attenzione progettuale, dove il verde oltre che bellezza è terapia. Non vogliamo che il nuovo ospedale diventi motivo di interessi - aggiungono i componenti il Comitato - diversi da quelli della salute. La sanità nazionale è già stata distrutta a furia di soddisfare appetiti di privati facoltosi, privatizzando tutto. Pensano di risolvere i problemi chiamando i privati, magari noti, per fare scelte anche progettuali, sempre in funzione del futuro ritorno finanziario del loro investimento? È possibile che la scadenza dei termini di utilizzo dei fondi pubblici stanziati sia stata una svista funzionale a questa evoluzione della vicenda? È noto che certe soluzioni di partenariato non sono mai nell’interesse pubblico, ma tendono a soddisfare solo quello privato. Il risultato sarà in proporzione inversa al reddito atteso». Vi è poi la questione della richiesta di parere legale: «È stato necessario coinvolgere tecnici esterni, per avallare la legittimità della modifica del progetto per avere una legittimità giuridica che non appaga le aspettative dei cittadini e del Comitato pro Ospedale. Da subito il Comitato ha reclamato la realizzazione del grande progetto originale, utile a segnare un cambio di passo nella sanità salentina, che non dovrà essere strumento clientelare. Evidentemente in testa a qualcuno, c’era già un piano, per arrivare al pastrocchio di oggi». Infine, il Comitato, chiede che venga rispettato il progetto originale, senza iniziative al ribasso, evitando la dispersione di risorse per altri progetti o consulenze, non necessarie. Il riferimento è a un parere legale (dal costo di circa 30mila euro) annunciato in una sua nota, dal direttore generale della Asl. In linea - scrive - con le indicazioni fornite da codesto Dipartimento (Promozione della Salute) si è provveduto a chiedere un parere tecnico pro veritate finalizzato ad applicare l’istituto del Project review in un’ottica del contenimento dei costi». Tradotto: si andrebbe verso la realizzazione di una struttura, multipiano, una torre come si facevano una volta e simile ad altre già progettate.
Ma intanto, lettera che va e lettera che viene, il tempo passa e sta maturando (ammesso che già non lo sia) il tempo limite in cui il lascito Carrapa passi di mano. Quegli oltre tre milioni furono lasciati in eredità alla Asl con la sola condizione che una struttura di cura fosse realizzata in cinque anni dall’apertura del testamento, scadenza, se non superata, al limite, e che non è probabile possa essere rispettata, anche al netto di cavilli giuridici. Nel caso, come disposto dai Carrapa, l’eredità andrà all’Ispe (Istituto per i servizi alla persona) sempre con l’impegno che si realizzi una struttura di assistenza a Maglie. E il Cda di Ispe ha già dato incarico ad un suo legale: «Nel caso - dice il presidente Fulvio Pedone - è ferma volontà mia e di tutto il consiglio di rispettare e dare concretezza alle disposizioni dei fratelli Carrapa».