Infrastrutture
Addio alla Lecce-Taranto, esplode l’ira dei sindaci
«Una presa in giro per il territorio. Intervengano i nostri parlamentari»
LECCE - Progetto tratto San Pancrazio-Lecce della Bradanico-Salentina: esplode l’ira dei sindaci del Nord Salento dopo il viaggio a vuoto a Bari nella sede dell’Anas. Bisognava completare la Conferenza dei servizi, iniziata lo scorso 29 gennaio, continuata il 14 marzo, e infine aggiornata al 22 aprile. Per i primi cittadini dei Comuni interessati, che non sono riusciti ad ottenere l’auspicato incontro al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per richiedere le quattro corsie sulla Lecce-Taranto, la nuova «puntata» si sarebbe rivelata «una presa in giro, un bluff». Eppure i sindaci (François Imperiale di Guagnano, Alfredo Fina di Campi Salentina, Marco De Luca di Novoli, Mimino Leuzzi di Salice e Giuseppe Taurino di Trepuzzi), dopo il mancato incontro a livello ministeriale sollecitato attraverso una lettera inviata a tutti i parlamentari salentini si erano recati a Bari animati da buone intenzioni, perché ormai rassegnati a dire «sì» ad una delle tre ipotesi progettuali predisposte da Anas, tutte a due corsie. Invece la sorpresa: niente strada a quattro corsie e nemmeno a due corsie.
«Siamo andati a Bari - spiega Imperiale - con l’intenzione di scegliere, nostro malgrado, una delle opzioni Anas: la numero 2. Abbiamo trovato invece una situazione molto diversa, perché nel frattempo, tra la Conferenza di marzo e quella del 22 aprile, al Cipe è stato firmato l’accordo di programma 2021-2025, fra Mit e Anas, in cui la Bradanico-Salentina non è prevista, né a 2 corsie, né a quattro corsie. Da oggi, pertanto, per noi inizia un’altra fase tutta politica per cercare di far inserire nel prossimo accordo di programma l’opera. Il territorio del Nord Salento - conclude - non può essere trattato in questo modo; pertanto continueremo con più forza la battaglia per rivendicare i nostri diritti».
L’alternativa 2 scelta dai sindaci, una delle tre del «Progetto di fattibilità tecnica ed economica» sul quale erano stati chiamati ad esprimersi, prevedeva la partenza del nuovo tratto della Bradanico-Salentina dalla tangenziale di San Pancrazio fino all’ingresso di Guagnano per poi deviare intorno a Salice Salentino. Da qui il tracciato proseguiva in direzione nord, passando tra Campi Salentina e Novoli fino alla rotatoria sulla SS16, all’altezza della zona industriale Lecce-Surbo; infine «fino all’incrocio con la SS 694 - Tangenziale di Lecce».
«Ci siamo messi in viaggio - dice Leuzzi - per concludere la Conferenza di servizi. E abbiamo fatto una scoperta che ci ha lasciato basiti: non solo non c’è possibilità di prevedere le quattro corsie ma addirittura è stata stralciata anche la 2 corsie. Di cosa si stava parlando dunque? Di una grande presa in giro, di un grande bluff. Un rimbalzo di responsabilità, un viaggio a vuoto. Una situazione che il territorio, i cittadini, e il Salento non meritano. Noi sindaci non ci fermeremo, andremo avanti secondo la legge e in totale chiarezza nelle sedi opportune».
«È stato frustrante - aggiunge Taurino - l’andirivieni continuo da Bari nella speranza che qualcosa potesse accadere per le nostre comunità. Ritengo che quanto accaduto sia un fatto grave, una ferita per l’intero territorio. Chi ha responsabilità di Governo, parlamentari e ministri, intervenga immediatamente affinché nella prossima delibera Cipe sia inserita l’opera».
Alfredo Fina, che in qualità di presidente dell’Unione dei Comuni del Nord Salento ha firmato la lettera ai parlamentari salentini, sottolinea: «Non c’è stato riscontro, ad eccezione di una comunicazione pervenuta da un deputato con l’impegno di farsi promotore; ma poi non si è verificato nulla. Speriamo che con un’attività di sensibilizzazione da parte nostra, si possa ottenere attenzione nella prossima programmazione 2026-2030».
Sulla vicenda è intervenuto anche il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de «La Puglia Domani». «Non un passo avanti verso le quattro corsie ma addirittura nessun finanziamento per la due corsie - punta l’indice - L’esito della Conferenza dei servizi riaccende la nostra battaglia al fianco del territorio. Se nella programmazione 2021-2025 del Ministero non c’è traccia dei progetti di messa in sicurezza della 7 ter è perché la Regione non ha inserito quest’opera nel Piano regionale dei trasporti, venendo meno all’impegno contenuto nella mia mozione approvata a luglio 2022. Quindi, la Regione si svegli e proceda subito con il nuovo studio costi/benefici del Nucleo di Valutazione regionale, inserendo la quattro corsie Lecce-Taranto fra le opere prioritarie da finanziare».