LECCE - Una serie di assoluzioni con formula piena e nessuna condanna per i tredici agenti della polizia stradale accusati di avere “chiuso un occhio” nei confronti degli autotrasportatori, ricevendo in cambio denaro e regali da numerosi imprenditori, nel lontano 2009.
Non solo, poiché in alcuni casi è stato dichiarato il non luogo a procedere per prescrizione. Il verdetto è arrivato dalla Corte di Appello di Lecce, sezione promiscua (presidente Giovanni Surdo) per i tredici imputati, per il reato di indebita induzione a dare o promettere utilità.
I giudici hanno confermato le statuizioni civili in favore del Ministero dell’Interno ed eliminate quelle per altre due parti civili.
Le motivazioni della sentenza si conosceranno entro i prossimi 90 giorni.
Si era giunti al processo di Appello bis, dopo che nel maggio del 2022, la Corte di Cassazione aveva annullato con rinvio le condanne per i tredici agenti della polizia stradale. Al termine del primo processo di Appello erano stati disposti, ad ogni modo, diversi sconti di pena, poiché il reato di concussione era stato riqualificato in indebita induzione a dare o promettere utilità ed erano state emesse le seguenti condanne: 4 anni e 15 giorni di reclusione per Cosimo Maurizio Rampino, di Trepuzzi; 3 anni e 11 mesi per Giuseppe Amenini, di Maglie; 3 anni e 10 mesi a Leonardo Impero Delle Donne, di Martignano; 3 anni e 8 mesi a Fabio Cazzato, di Lecce; 3 anni e 7 mesi ad Ugo Rizzello, di Seclì; 3 anni e 8 mesi per Temistocle Parlangeli di Guagnano; 3 anni e 6 mesi a Cosimo De Giuseppe, di Lecce; 3 anni e 5 mesi per Salvatore Lanza, di Lecce; 3 anni e 6 mesi ad Anna Maria Petrelli, di Vernole; 3 anni e 4 mesi per Giuseppe Piccinno, di Aradeo e Angelo Rapanà, di Campi Salentina; 3 anni e 3 mesi a Paolo Maria Centonze, di Cavallino e Roberto Tarantino, di Copertino. Dopo la celebrazione di un nuovo processo di Appello, la Corte ha però assolto gli imputati o dichiarato il non luogo a procedere.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati: Giancarlo Dei Lazzaretti, Giuseppe Corleto, Michele Palazzo, Luigi Rella, Luigi Corvaglia, Francesca Conte, Stefano De Francesco, Antonio Savoia, Francesco Tobia Caputo, Michelangelo Gorgoni, Donata Perrone, Laura Minosi, Antonio Bolognese.
Nel maggio del 2009, furono disposti 16 arresti. Secondo la Procura, gli agenti avrebbero omesso di controllare i veicoli di alcune imprese locali, per ottenere in cambio denaro o altri benefici. In che modo? Attraverso i “giri”, ossia le visite che venivano fatti in gruppi di due o tre, presso le aziende per ricevere i “regali”. Non solo soldi, ma anche generi alimentari o buoni benzina. C’era anche la modalità di guadagno degli “articoli”. In questo caso, secondo l’accusa, i poliziotti agivano individualmente, avanzando le stesse richieste ai danni di autotrasportatori, all’oscuro di tutto, che venivano fermati occasionalmente sulle strade. Tale condotta sarebbe andata avanti per circa 20 anni e scoperta grazie all’intervento di un agente che era entrato in possesso di un foglio dove erano elencate le ditte.
Le accuse, come detto, sono cadute o sono state cancellate dalla prescrizione, al termine del processo di Appello bis.
La Corte d’appello di Lecce ha assolto dall’accusa di associazione per delinquere 13 agenti della Polstrada accusati di aver omesso di controllare gli autotrasportatori ricevendo in cambio denaro e regali. Per tutte le altre accuse contestate i giudici hanno disposto il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.