COPERTINO - «Una civiltà che non rispetta i morti non merita di sopravvivere» . Lo scriveva oltre duecento anni fa Ugo Foscolo ne “I Sepolcri”. Vale ancora oggi nei confronti di non ha chiaro abbastanza il culto dei defunti o, ancora peggio, chi si ostina a depredare dei fiori le lapidi dei defunti altrui. Pur non essendo un furto economicamente rilevante si tratta sempre di un gesto da condannare, perché viola il dolore più intimo e profondo di chi ha perso una persona cara. Purtroppo, il fenomeno si registra anche nel cimitero di Copertino. Ma ora c’è chi ha scelto di non rimanere in silenzio e ha deciso di denunciare per vilipendio di sepolcro.
Dopo mesi di sdegno per quanto accade sulla tomba della propria madre, scomparsa alcuni mesi fa, un noto professionista del posto ha scelto di metterci la faccia sui social e rivolgersi alle forze dell’ordine per denunciare l’inqualificabile gesto messo in atto da ignoti. «Mi chiedo quale valore possa avere per qualcuno mettere sulla tomba di una proprio caro dei fiori rubati, o peggio fare vilipendio di sepolcro sottraendo deliberatamente i fiori dalla tomba di un altro defunto e buttarli via ancora freschi – scrive in un post Cosimo Mazzotta - a colui o colei che ha fatto questo gesto dico intanto di vergognarsi e preannuncio che denuncerò penalmente gli ancora per poco ignoti autori, chiedendo il risarcimento dei danni morali nel rispetto della memoria di mia madre».
Agli autori di questi gesti il noto oculista ricorda l’esistenza in primis della Legge Divina, seguita dalla legge terrena che rimanda alla tutela giuridica della “pietas”. Si tratta di violazione di sepolcro ed è un reato punibile con l’art. 407 del C.p.p. il quale stabilisce che chiunque viola, rubi, sottragga fiori, ornamenti, ceri ed oltraggi la tomba di un defunto può essere denunciato e punito con la reclusione da 1 a 5 anni. «Tuttavia – insiste il professionista – mi preme porre l’accento sulla violazione dei sentimenti più cari a tutti noi. Per commettere il reato basta la volontà di vilipendio di un sepolcro e commette il reato anche chi distrugge i fiori apposti dai parenti pur non intendendo offendere il defunto, ma coloro che hanno deposto i fiori. Siccome la mia povera mamma non ha mai offeso nessuno, non merita questa mancanza di rispetto. Concludo dispiaciuto e disgustato ma fiducioso della collaborazione delle istituzioni e nella sorveglianza di chi di competenza e anche dei miei concittadini affinché questi episodi non accadano mai più a nessuno».