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Carmiano, l'ex sindaco Mazzotta al Riesame: «Ecco perché il sequestro va annullato»

Carmiano, l'ex sindaco Mazzotta al Riesame: «Ecco perché il sequestro va annullato»

 
Angelo Centonze

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Angelo Centonze

Carmiano, l'ex sindaco Mazzotta al Riesame: «Ecco perché il sequestro va annullato»

I magistrati ipotizzano la truffa e reati fiscali. Chiesta una verifica dei lavori eseguiti e delle fatture emesse. Udienza il 28 luglio

Mercoledì 26 Luglio 2023, 13:30

CARMIANO - La famiglia Mazzotta presenta ricorso contro il sequestro di conti correnti per un valore complessivo di circa 12 milioni di euro, nell’ambito di un’inchiesta per una presunta “frode carosello” e reati fiscali.

L’udienza camerale si terrà il 28 luglio, dinanzi ai giudici del Tribunale del Riesame.

I legali degli indagati chiedono l’annullamento del decreto di sequestro preventivo funzionale alla confisca obbligatoria e per equivalente, a firma del gip Alessandra Sermarini, richiesto dal pubblico ministero Donatina Buffelli, e in via gradata, la riforma totale o parziale dello stesso. Il decreto di sequestro preventivo ha interessato, oltre all’imprenditore ed ex sindaco di Carmiano, Giancarlo Mazzotta, 53 anni di Carmiano, anche i figli: Paride Mazzotta, 34 anni, attuale consigliere regionale di Forza Italia, ed Hermes, 28 anni, e Greta Mazzotta, 31 anni. Ed ancora, Pierluigi Mazzotta, 54 anni, fratello di Giancarlo, e Luciana Quarta, 56enne, residente in provincia di Chieti (quest’ultima al momento non ha presentato ricorso al Riesame).

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati: Paolo Spalluto, Andrea Sambati, Saverio Sticchi Damiani, Stefano De Francesco, Michele Bonsegna, Luigi Covella, Giuseppe Fornari, Alessandra De Pascalis, Roberto Eustachio Sisto, Francesco Morelli, Giuliano Fina.

I legali che hanno impugnato il provvedimento dinanzi al Riesame, sottolineano anzitutto che il procedimento penale è già dinanzi al giudice del dibattimento.

In particolare, secondo i difensori, non sono state prese in dovuta considerazione le consulenze tecniche di parte e si chiede una dettagliata valutazione dell’operato delle ditte “esecutrici” dei lavori e l’analisi delle fatture emesse.

Le ipotesi accusatorie sono truffa aggravata, autoriciclaggio e fatture false, nel periodo compreso tra il 2017 ed il 2019.

Nel decreto di sequestro si fa riferimento, in merito a presunti illeciti amministrativi, al resort «Barone di mare» di Torre dell’Orso e ad altre cinque aziende , anche se occorre precisare che tutte le strutture sono regolarmente aperte per la stagione estiva.

Numerosi gli episodi di evasione fiscale ipotizzati dal pubblico ministero. Si parla di svariati milioni di euro, riconducibili alla Pgh Barone di Mare, tramite la Europa Costruzioni, considerata la classica società «cartiera» che avrebbe documentato spese superiori a quelle sostenute per la ristrutturazione del villaggio Barone di Mare, per ottenere l’importo massimo previsto dal bando della Regione Puglia.

Ora si attendono gli esiti dell’udienza dinanzi al Riesame.

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