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Il Tar boccia il resort di Porto Cesareo: niente concessione

 
Alessandra Lezzi

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Alessandra Lezzi

Il Tar boccia il resort di Porto Cesareo: niente concessione

Il Comune, contro Punta Grossa, ha avuto ragione. Negata la possibilità di utilizzare spiaggia del demanio

Domenica 30 Aprile 2023, 12:42

PORTO CESAREO - Niente gare per le concessioni demaniali, vecchie e nuove, fino all’emanazione dei decreti attuativi. Lo ha stabilito il Tar Lecce, interpretando in maniera estensiva il decreto Milleproroghe, e intervenendo su una vicenda che da anni vede contrapposti il comune di Porto Cesareo e il resort Punta Grossa. La società aveva da tempo espresso la richiesta agli uffici comunali di vedersi assegnato – inizialmente tramite la formula del “rende noto”, in seguito richiedendo espressamente la messa a bando del tratto di litorale vicino alla struttura – una concessione demaniale per poter garantire ai propri ospiti una spiaggia attrezzata. Ma il comune di Porto Cesareo ha, in entrambi i casi, opposto parere contrario. E, difeso dall’avvocato Antonio Quinto, ha visto prevalere le proprie ragioni davanti ai giudici del tribunale di via Rubichi.

La prima richiesta risale al 2015 e il diniego avviene, in estrema sintesi e tra le altre ragioni, perché “l’area richiesta in concessione non rientra tra quelle concedibili per finalità turistico-ricreative legate alla balneazione individuate nel Piano comunale delle coste”.

Nel 2018, il Piano coste viene rielaborato con delibera di giunta e quel tratto di litorale ridefinito come concedibile. Fronte mare pari a 100 metri. La società del resort chiede di nuovo l’assegnazione attraverso la procedura del “rende noto”, ossia la semplice pubblicazione che il tratto di demanio sta per essere assegnato ad un privato per la verifica di eventuali concorrenti interessati. Il comune lo nega ex lege e il resort perde la battaglia giudiziaria sia al Tar che al Consiglio di Stato. Ad ottobre 2020, da Punta Grossa arriva un’altra richiesta: che il comune proceda ad assegnare quel tratto di costa attraverso l’attivazione della procedura di evidenza pubblica.

Dagli uffici comunali di Porto Cesareo arriva un altro niet. “Anzitutto - scrivono dall’ufficio demanio – il progetto presentato dalla società è in contrasto con le norme e i parametri standard previsti dal Piano regionale delle coste. E oltretutto non vi è alcun obbligo per un’Amministrazione comunale di procedere ad una evidenza pubblica su richiesta del privato, in quanto tale potere si esercita d’ufficio e soggiace ad una più ampia valutazione discrezionale”. La società del resort presenta ricorso al Tar ma i giudici lo dichiarano improcedibile proprio per via della legge in materia di Concorrenza 2022 e modificata poi dal decreto Milleproroghe dello scorso febbraio. La lettura combinata delle norme – spiegano i giudici amministrativi – fa rilevare che è fatto divieto alle amministrazioni pubbliche di indire gare, sia per le vecchie che per le nuove concessioni, fino all’emanazione dei decreti attuativi di cui è demandata la responsabilità al Governo.

“E’ ragionevole ritenere – scrivono – che il legislatore abbia inteso bloccare tutti i bandi onde garantire il razionale e sostenibile utilizzo del demanio”. Una lettura che sembra andare nella direzione di quella della Corte di Giustizia europea che ha ribadito che, se è vero che le gare sono ineludibili con la Bolkestein, è altrettanto vero che essa si applica se esiste carenza di risorsa demaniale, assegnando al legislatore italiano il compito di definire i criteri per stabilirlo definitivamente.

“Una sentenza che ha una rilevanza specifica – il commento dell’avvocato Quinto – proprio perché sottolinea la necessità che il legislatore decida di decidere”.

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