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«Il Barocco leccese nel patrimonio Unesco», primi passi del progetto di candidatura

 
Pierfrancesco Albanese

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Pierfrancesco Albanese

«Il Barocco leccese nel patrimonio Unesco», primi passi del progetto di candidatura

Voluto dalla Regione Puglia. Stanziati fondi per 350 mila euro. Inclusi nell’elenco 33 rosoni pugliesi delle cattedrali di Lecce, Otranto Leuca, Soleto, Troia e Ostuni

Venerdì 24 Marzo 2023, 12:10

27 Marzo 2023, 19:14

LECCE - Si muovono i primi passi in direzione della candidatura del Barocco leccese a patrimonio materiale dell’Unesco. In vista del raggiungimento dell’obiettivo, già nei piani della Regione da fine 2021, la giunta comunale di Lecce ha approvato lo schema di convenzione con il quale – congiuntamente a Provincia e Regione – traccia le direttive per la futura candidatura. Stabilendo iter e modalità di formazione del fascicolo di presentazione, punto d’approdo di un lavoro che coinvolgerà diversi enti del territorio.

Capofila del progetto sono proprio la Provincia e il Comune di Lecce, individuati dalla giunta regionale in ragione della cospicua presenza sul territorio di testimonianze afferenti al patrimonio del barocco leccese. A loro il compito di promuovere il coinvolgimento di tutti i comuni interessati. Dando il via alle attività necessarie alla creazione del dossier: studi, ricerche e pubblicazioni per accompagnare la costituzione del fascicolo, mappatura e arricchimento delle schede storico-grafiche di tutti gli immobili di maggior pregio, oltre alla promozione di iniziative a tema.

Mostre, spettacoli, lezioni, format informativi e materiali didattici. Ma anche eventi che travalichino i confini regionali, in partnership con enti pubblici qualificati, in aggiunta alla istituzione del comitato promotore che fornirà il supporto tecnico-scientifico alla creazione del fascicolo e alla sua pubblicizzazione.

La promozione del Barocco a patrimonio Unesco è un vecchio cruccio della Regione. A fine dicembre 2021 il consiglio regionale ha disposto l’assegnazione di una dotazione finanziaria pari a 300 mila euro – con tranche da 100 mila euro l’anno - per il triennio 2022-24, finalizzata alla creazione del dossier con la candidatura. Poi, nel dicembre 2022, un ulteriore contributo: 50 mila euro annui per il triennio 2023-25, con il mandato, conferito alla giunta, di individuare le modalità concrete di impiego dei fondi stanziati.

«Pensare che i Rosoni di Puglia possano essere riconosciuti Patrimonio Mondiale Unesco è una cosa di una bellezza entusiasmante - aveva detto in occasione dello stanziamento il presidente della Regione, Michele Emiliano - un patrimonio identitario pugliese unico nel suo genere, che trova il modo di essere ulteriormente valorizzato e promosso». Attività di promozione spinta con l’assegnazione dei fondi dalla stessa Regione, di cui Michele Emiliano si è detto orgoglioso.

«Da presidente della Regione che più si identifica con la luce – aveva aggiunto - sento di essere orgoglioso insieme a tutti i pugliesi per poter sperare nel successo dell’iniziativa, per una galassia di bellezza e di meraviglia, che si dipana lungo tutto l’asse territoriale».

Ora, con la sottoscrizione dello schema di convenzione, si muovono ulteriori passi in questa direzione. E gli enti, ai vari livelli, fanno quadrato.

Compito di guidare il Barocco a patrimonio dell’Unesco è assegnato ai capifila, Provincia e Comune di Lecce, congiuntamente al Dipartimento turismo, economia della cultura e valorizzazione territoriale della Regione Puglia, che dovranno concorrere alla prosecuzione dell’iter sino alla produzione del fascicolo, con il coinvolgimento di tutti i comuni interessati.

A finire nel patrimonio Unesco sarebbero – come spiegato alla presentazione del progetto dallo stesso Emiliano e dalla compagnia degli Exsultanti, promotrice dell’iniziativa – 33 rosoni pugliesi. Tra questi, quelli delle cattedrali di Lecce, Otranto, Leuca e Soleto. Ma anche i rosoni delle cattedrali di Troia e Ostuni.

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