LECCE - Si muovono i primi passi in direzione della candidatura del Barocco leccese a patrimonio materiale dell’Unesco. In vista del raggiungimento dell’obiettivo, già nei piani della Regione da fine 2021, la giunta comunale di Lecce ha approvato lo schema di convenzione con il quale – congiuntamente a Provincia e Regione – traccia le direttive per la futura candidatura. Stabilendo iter e modalità di formazione del fascicolo di presentazione, punto d’approdo di un lavoro che coinvolgerà diversi enti del territorio.
Capofila del progetto sono proprio la Provincia e il Comune di Lecce, individuati dalla giunta regionale in ragione della cospicua presenza sul territorio di testimonianze afferenti al patrimonio del barocco leccese. A loro il compito di promuovere il coinvolgimento di tutti i comuni interessati. Dando il via alle attività necessarie alla creazione del dossier: studi, ricerche e pubblicazioni per accompagnare la costituzione del fascicolo, mappatura e arricchimento delle schede storico-grafiche di tutti gli immobili di maggior pregio, oltre alla promozione di iniziative a tema.
Mostre, spettacoli, lezioni, format informativi e materiali didattici. Ma anche eventi che travalichino i confini regionali, in partnership con enti pubblici qualificati, in aggiunta alla istituzione del comitato promotore che fornirà il supporto tecnico-scientifico alla creazione del fascicolo e alla sua pubblicizzazione.
La promozione del Barocco a patrimonio Unesco è un vecchio cruccio della Regione. A fine dicembre 2021 il consiglio regionale ha disposto l’assegnazione di una dotazione finanziaria pari a 300 mila euro – con tranche da 100 mila euro l’anno - per il triennio 2022-24, finalizzata alla creazione del dossier con la candidatura. Poi, nel dicembre 2022, un ulteriore contributo: 50 mila euro annui per il triennio 2023-25, con il mandato, conferito alla giunta, di individuare le modalità concrete di impiego dei fondi stanziati.
«Pensare che i Rosoni di Puglia possano essere riconosciuti Patrimonio Mondiale Unesco è una cosa di una bellezza entusiasmante - aveva detto in occasione dello stanziamento il presidente della Regione, Michele Emiliano - un patrimonio identitario pugliese unico nel suo genere, che trova il modo di essere ulteriormente valorizzato e promosso». Attività di promozione spinta con l’assegnazione dei fondi dalla stessa Regione, di cui Michele Emiliano si è detto orgoglioso.
«Da presidente della Regione che più si identifica con la luce – aveva aggiunto - sento di essere orgoglioso insieme a tutti i pugliesi per poter sperare nel successo dell’iniziativa, per una galassia di bellezza e di meraviglia, che si dipana lungo tutto l’asse territoriale».
Ora, con la sottoscrizione dello schema di convenzione, si muovono ulteriori passi in questa direzione. E gli enti, ai vari livelli, fanno quadrato.
Compito di guidare il Barocco a patrimonio dell’Unesco è assegnato ai capifila, Provincia e Comune di Lecce, congiuntamente al Dipartimento turismo, economia della cultura e valorizzazione territoriale della Regione Puglia, che dovranno concorrere alla prosecuzione dell’iter sino alla produzione del fascicolo, con il coinvolgimento di tutti i comuni interessati.
A finire nel patrimonio Unesco sarebbero – come spiegato alla presentazione del progetto dallo stesso Emiliano e dalla compagnia degli Exsultanti, promotrice dell’iniziativa – 33 rosoni pugliesi. Tra questi, quelli delle cattedrali di Lecce, Otranto, Leuca e Soleto. Ma anche i rosoni delle cattedrali di Troia e Ostuni.